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16 Giugno 2022

Il Papa alle giovani coppie: "Niente sesso prima del matrimonio"

Un vero e proprio decalogo del Vaticano per le coppie che si vogliono sposare

Il Vaticano con un documento traccia le nuove linee per la preparazione al matrimonio. Si esorta la Chiesa ad avere il coraggio "di proporre la preziosa virtù della castità, per quanto ciò sia ormai in diretto contrasto con la mentalità comune". Non vuole essere retrogrado, ma al contrario un invito al riappropriarsi di valori importanti. In questi termini è stata concepita la sfida che prevede diversi punti esplicitati passaggio dopo passaggio nello scritto diffuso alle giovani coppie in procinto di sposarsi.

"I percorsi di educazione all'affettività e alla sessualità - precisa il documento  "Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale" proposto dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita - nell'orizzonte di una positiva e prudente educazione sessuale che vengono proposti ai ragazzi man mano che cresce la loro età non dovranno limitarsi al solo orizzonte dell'amore tout court, poiché questo, nell'interpretazione culturale dominante, viene compreso principalmente come amore romantico, ma andranno inseriti in una chiara visione coniugale dell'amore, inteso come reciproco donarsi degli sposi, come un saper amare e un saper lasciarsi amare, come uno scambio reciproco di affetto e di accoglienza incondizionata, come un saper gioire e un saper soffrire per l'altro".

Si legge ancora nel documento. "Vale la pena di aiutare i giovani sposi a saper trovare il tempo per approfondire la loro amicizia e per accogliere la grazia di Dio. Certamente la castità prematrimoniale favorisce questo percorso, perché dà tempo ai nuovi sposi di stare insieme, di conoscersi meglio, senza pensare immediatamente alla procreazione e alla crescita dei figli".

Infine si aprono le porte alla separazione: "Nonostante tutto il sostegno che la Chiesa può offrire alle coppie in crisi, ci sono, tuttavia, situazioni in cui la separazione è inevitabile. A volte può diventare persino moralmente necessaria". Queste situazioni, annota il documento, "quando appunto si tratta di sottrarre il coniuge più debole, o i figli piccoli, alle ferite più gravi causate dalla prepotenza e dalla violenza, dall'avvilimento e dallo sfruttamento, dall'estraneità e dall'indifferenza". In ogni caso la "separazione deve essere considerata come estremo rimedio, dopo che ogni altro ragionevole tentativo si sia dimostrato vano".

 

@MorenoPisano