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30 Dicembre 2020

Rita Levi Montalcini: oggi 30 dicembre ricorre l'ottavo anniversario della morte

Tra le più grandi scienziate italiane nel fiume del tempo e portatrice ed esempio di cultura vera.
“Qualunque decisione tu abbia preso per il tuo futuro, sei autorizzato, e direi incoraggiato, a sottoporla ad un continuo esame, pronto a cambiarla, se non risponde più ai tuoi desideri.”

 

Rita nasce a Torino il 22 Aprile del 1909.

All'età di ventuno anni, nel 1930 entra alla scuola medica dell'istologo Giuseppe Levi, ove intraprese gli studi sul sistema nervoso che proseguì per tutta la vita.

Si laurea sei anni dopo, nel 1936. A causa delle leggi razziali emanate dal regime fascista nel 1938, fu' costretta ad emigrare in Belgio.

Forte delle sue ambizioni e attitudini, nonostante le difficoltà, prosegue le sue ricerche in un laboratorio casalingo. Quegli anni erano davvero molto angustiosi per l'Europa e nel mondo. Era scoppiata la seconda guerra Mondiale.

Nel 1943 si trasferì clandestinamente a Firenze e ci stette per qualche anno, prestando tra le tante cose, la sua collaborazione come medico volontario fra gli Alleati.

Nel 1945, con la fine della guerra Rita torna a Torino. Continuò con maggior serenità le sue ricerche in collaborazione con Levi, sempre in un laboratorio domestico. Qualche tempo dopo ricevette un'offerta impossibile da rifiutare dal  Dipartimento di Zoologia della Washington University (St. Louis, Missouri).

Rifiutate di accedere a una carriera solo perché vi assicura una pensione. La migliore pensione è il possesso di un cervello in piena attività che vi permetta di continuare a pensare ‘usque ad finem’, ‘fino alla fine’.

Accetta ma solo dopo essersi presa il sicuro di poter proseguire le sue ricerche iniziate a Torino. Non era conscia del fatto che da quel momento ai trent'anni successivi, l'America avrebbe rappresentato per lei, una seconda casa. Ci visse ed ebbe incarichi degni della sua grandezza intellettuale e del suo sapere, infatti divenne professoressa di Neurobiologia fino a 1977.

I suoi primi studi, dal 1938 al 1944 sono impegnati nei meccanismi di formazione del sistema nervoso dei vertebrati. Tra il 1951 e il 1952 scopre il fattore di crescita nervoso noto come NGF, che gioca un ruolo essenziale nella crescita e differenziazione delle cellule nervose sensoriali e simpatiche. Per trent'anni continua le ricerche su questa molecola proteica e sul suo meccanismo d’azione, per le quali nel 1986 le viene conferito il Premio Nobel per la Medicina. 

“La scoperta del NGF all’inizio degli anni ’50 è un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos. In precedenza i neurobiologi non avevano idea di quali processi intervenissero nella corretta innervazione degli organi e tessuti dell’organismo”.

Per otto anni, dal 1961 al 1969 conduce il Centro di Ricerche di Neurobiologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche, in collaborazione con l’Istituto di Biologia della Washington University, mentre dal 1969 al 1979 il Laboratorio di Biologia cellulare. Raggiunti i limiti di età, si ritiro' da questo incarico ma persegue i suoi studi come ricercatore e guest professor dal 1979 al 1989, e dal 1989 al 1995 ha lavorato presso l’Istituto di Neurobiologia del CNR con la qualifica di Superesperto. Le sue ricerche si applicano sullo spettro di azione del NGF, utilizzando tecniche sempre più accurate. Dal 1993 al 1998 è membro dell' Accademia Nazionale dei Lincei, l’Accademia Pontificia, l’Accademia delle Scienze detta dei XL, la National Academy of Sciences statunitense e la Royal Society.

Ho perso un po’ la vista, molto l’udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent’anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente.

Cio' che la contraddistingueva era anche la sua presenza attenta nelle campagne di interesse sociale. Ricordiamo contro le mine anti-uomo o per la responsabilità degli scienziati nei confronti della società.

Nel 1992 fonda con la sorella gemella Paola, pittrice, la Fondazione Levi Montalcini, in memoria del padre, indirizzata alla formazione e all’educazione dei giovani e al riconoscimento di borse di studio a giovani studentesse africane a livello universitario, con l'obiettivo ambizioso e generoso di creare una classe di giovanni donne libere di poter svolgee un ruolo di leadership nella vita scientifica e sociale del loro paese.

Il cervello: se lo coltivi funziona. Se lo lasci andare e lo metti in pensione si indebolisce. La sua plasticità è formidabile. Per questo bisogna continuare a pensare.

Alla tenera età di novantanove anni, nel giugno del 2008, l’Università di Milano Bicocca le ha conferito la laurea honoris causa in biotecnologie industriali.

Malgrado l’età io non vivo nel passato, ma nel futuro!

Il 30 dicembre 2012 muore a Roma, una Super Donna di centotré anni, portatrice ed esempio di cultura vera.

 

@MariazzurraLai