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6 Luglio 2020

La battaglia contro il virus non è ancora vinta: nascono nuovi focolai

Comportamenti irresponsabili, feste in discoteca, assembramenti: il ministro Speranza valuta il TSO

Dopo cinque giorni consecutivi di aumento dei contagi, finalmente ieri sono tornati a diminuire. Ma la vittoria contro il Covid-19 è ancora lontana. Infatti, come rivelato dagli ultimi dati della protezione civile, sono decine i nuovi focolai in Italia: da nord a sud, i positivi tornano ad aumentare.

Prima la zona rossa di Mondragone in Campania, area di degrado sociale, perennemente sotto i riflettori nel corso della scorsa settimana: qui il primo luglio è giunto con viveri e messaggi di speranza il sindacalista Aboubakar Soumahoro; e il 3 luglio è arrivato anche Matteo Salvini che, tra attacchi politici e selfie in mezzo alla folla, ha sorpreso i cittadini. Poi il boom dei positivi in Emilia-Romagna nell’azienda Bartolini dove, decine di lavoratori e di famiglie, sono stati contagiati sul posto di lavoro. In Veneto si è aggiunto il nuovo focolaio diffuso da un imprenditore italiano che, di ritorno dalla Serbia, ha continuato a condurre la vita di sempre nonostante la febbre e i sintomi: tra cene, lavoro e funerali, adesso è ricoverato in terapia intensiva. Nel Lazio, il presidente Zingaretti predispone tamponi a tappeto negli aeroporti per i voli da Paesi ad alto rischio e per la comunità del Bangladesh, dove il virus sta dilagando. Infine, spaventano i nuovi casi registrati nei macelli e nei salumifici in Lombardia, provincia di Mantova.

Così, sebbene ieri i positivi siano diminuiti (a causa dei pochi tamponi effettuati), i dati dei contagi, dei ricoveri e delle terapie intensive tornano ad aumentare ovunque, suscitando l’ira dei governatori e la preoccupazione del ministro della salute Roberto Speranza.

Infatti, come all’inizio dell’emergenza, a preoccupare sono i cosiddetti “casi di ritorno”: lavoratori impegnati all’estero che, una volta tornati in Italia dai paesi extra-Schengen (dove la pandemia è meno controllata), potrebbero riaccendere nuovi focolai. Si aggiungano poi i comportamenti irresponsabili come quello dell’imprenditore veneto e la situazione ritorna a ricordare spaventosamente il mese di marzo.

Così, dopo la proposta del governatore del Veneto Zaia, anche Speranza comincia a valutare il TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) anche per il Covid, con l'obiettivo di studiare una norma più stringente per la tutela contro il Coronavirus. In realtà esistono già sanzioni per chi non rispetta la quarantena e diffonde il virus in maniera volontaria ma evidentemente non risultano sufficienti: è il caso del nuovo focolaio veneto dove l’imprenditore sessantaquattrenne risultato positivo al Covid ha rifiutato il ricovero ospedaliero e poi violato la quarantena. "Oggi se una persona positiva non resta in isolamento ha una sanzione penale da 3 a 18 mesi di carcere, e una multa sino a 5mila euro. Sto valutando l'ipotesi di Tso per persone che devono curarsi e non lo fanno", queste le parole del ministro Speranza.

Dopo aver espresso il sostegno al ministro della Salute per l’attivazione del TSO anche per i casi di Coronavirus, Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia dell’Università di Padova, dichiara: "L'Italia non è una bolla, questa settimana ci sono stati 200 mila casi al giorno nel mondo, tra ottobre e novembre i focolai si intensificheranno anche da noi. Siamo esposti a un contagio di rientro e alla riattivazione di focolai di trasmissione".

Oltre ai contagi di ritorno e alla nascita di nuovi focolai, preoccupano anche i comportanti negligenti individuali: tutti i media parlano di un’Italia che ha abbassato la guardia, con la vendita delle mascherine calata del 70% e gli assembramenti sempre più diffusi. Sebbene i virologi avvertano di continuare a rispettare le norme anti-contagio, le feste in discoteca dell’ultimo weekend sembrano condurci in un’altra direzione. Infatti, come purtroppo ricordano quotidianamente gli esperti, la battaglia comune contro il virus non è ancora stata vinta e ognuno deve continuare a fare la propria parte.

@Grazia Enerina Pisano