Pippo Baudo, il talent scout della tv italiana: da Pausini a Bocelli, tutti i volti lanciati dal “Superpippo”
Si è spento a Roma all’età di 89 anni Pippo Baudo, volto storico e inconfondibile della televisione italiana. Non solo conduttore, ma autentico talent scout precursore, un faro che ha illuminato la strada a intere generazioni di artisti. In tanti lo ricordano con l’ironico tormentone nato dalle parodie di Gianfranco D’Angelo a Drive In: “L’ho inventato io!!”. E in effetti, scorrendo la lista dei talenti che hanno mosso i primi passi grazie a lui, quel motto suona come una verità.
Nel 1978 Baudo fa debuttare in prima serata la ballerina americana Heather Parisi, notata in vacanza in Italia e subito lanciata nel varietà Luna Park. Un anno prima, nel 1977, era toccato a Beppe Grillo, che il conduttore scovò in un cabaret milanese. Lo ribattezzò artisticamente e lo portò in tv con Secondo voi, aprendo la strada a una carriera dirompente.
Baudo ha avuto un occhio particolare per i volti femminili della tv. Dopo Heather Parisi, arrivò Lorella Cuccarini, notata in uno spot Algida e subito inserita nel corpo di ballo di Fantastico 6, dove prese il posto della stessa Parisi. Poi fu la volta di Alessandra Martines, che insieme a Cuccarini illuminò Fantastico 7.
Da Laura Pausini, che nel 1993 vinse il Festival di Sanremo Giovani con La solitudine sotto lo sguardo attento di Baudo, a Giorgia, scoperta e portata tre volte a Sanremo tra il 1993 e il 1995 fino al trionfo con Come saprei. Da Eros Ramazzotti, presentato nei contesti televisivi più prestigiosi, ad Andrea Bocelli, consacrato al Festival di Sanremo 1994 con Il mare calmo della sera.
Non solo cantanti e ballerine. Baudo ha spalancato le porte della tv anche al Trio (Anna Marchesini, Tullio Solenghi e Massimo Lopez), reso celebre dagli sketch a Fantastico 7. E ancora Al Bano, che grazie a Settevoci divenne uno dei cantanti più amati dal pubblico italiano.
Con il varietà Gran Premio (1990), Baudo offrì spazio a giovani artisti di ogni genere. Da lì emersero i Tazenda, il mago Francesco Scimemi, la ballerina Chiara Ajkun, Alessandra Drusian (poi voce dei Jalisse), Aldo Baglio e Giovanni Storti(prima di formare il celebre trio con Giacomo), Paolo Vallesi, Bungaro, Pino Campagna e tanti altri.
In oltre cinquant’anni di carriera, Pippo Baudo non è stato soltanto il maestro della conduzione televisiva, ma soprattutto il regista silenzioso della nascita di tanti artisti che hanno fatto la storia dello spettacolo italiano. Un patrimonio culturale e umano che resterà indelebile.
Pippo Baudo non è stato soltanto il volto più amato della televisione italiana, ma anche un vero talent scout capace di intuire il valore degli artisti e dare loro visibilità. Tra i gruppi che devono molto al “Superpippo” nazionale ci sono i Tazenda, pionieri della musica sarda in chiave moderna.
All’inizio degli anni Novanta, Baudo ebbe un ruolo fondamentale nel portare il suono e la lingua sarda nelle case degli italiani, ospitando più volte la band nuorese nei suoi programmi di punta.
Nel 1990, due anni dopo l’uscita del loro primo album, i Tazenda salirono sul palco del programma “Gran Premio”condotto da Baudo. Fu l’occasione che li fece conoscere al grande pubblico, grazie alla presentazione del brano Carrasecare. La loro musica, che univa tradizione e modernità, colpì per originalità e autenticità.
Nel 1993 Baudo li volle di nuovo in tv, questa volta a “Partita Doppia”, insieme a Maria Giovanna Cherchi. Il gruppo presentò Spunta la Luna dal Monte, versione italiana del brano Disamparados. L’esibizione fu accolta da una standing ovation: un momento che sancì definitivamente la popolarità della band e la potenza emotiva del loro repertorio.
La visibilità ottenuta grazie alle ospitate televisive spalancò ai Tazenda le porte del Festival di Sanremo 1991, dove si esibirono con Disamparados al fianco di Pierangelo Bertoli. Quella performance rimane ancora oggi una delle più iconiche della storia del gruppo e della stessa kermesse.
Grazie a Pippo Baudo, i Tazenda riuscirono a superare i confini regionali, portando la lingua e la musica sarda sul palco nazionale e conquistando un pubblico sempre più ampio. Un legame indissolubile tra un grande conduttore e un gruppo che ha fatto della propria identità il punto di forza del successo