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2 Luglio 2025

Femminicidio di Francesca Deidda: ergastolo per Igor Sollai, nessuno sconto di pena

Igor Sollai, 43 anni, ha ascoltato la sentenza in silenzio, scortato dalla polizia penitenziaria. I giudici hanno riconosciuto la piena responsabilità dell’imputato per omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere

Ergastolo con un anno di isolamento diurno e nessuna attenuante. È questa la condanna inflitta oggi dalla Corte d’Assise di Cagliari a Igor Sollai, accusato dell’omicidio della moglie Francesca Deidda, al termine di un processo che ha catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica. La sentenza è arrivata dopo circa tre ore di camera di consiglio e ha accolto integralmente le richieste del pubblico ministero Marco Cocco, che ha coordinato le delicate indagini insieme ai carabinieri.

Igor Sollai, 43 anni, ha ascoltato la sentenza in silenzio, scortato dalla polizia penitenziaria. I giudici hanno riconosciuto la piena responsabilità dell’imputato per omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere.

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Francesca Deidda era scomparsa il 10 maggio 2023 da San Sperate. Per mesi Sollai aveva sostenuto che la moglie si fosse allontanata volontariamente. Ma le prove raccolte dagli inquirenti hanno smontato la sua versione, fino alla confessione avvenuta quando ormai gli elementi a suo carico erano schiaccianti. Nonostante la confessione, l’imputato non ha mai fatto ritrovare l’arma del delitto – un martello da muratore – né il cellulare della moglie.

Il cadavere di Francesca è stato ritrovato solo il 18 luglio 2023, nascosto in un borsone tra Sinnai e San Vito, lungo la vecchia statale 125. Fondamentale per la svolta investigativa è stato il tracciamento GPS, di cui Sollai era all’oscuro, installato sul mezzo da lavoro dell’uomo. Proprio grazie a questo dispositivo gli investigatori sono riusciti a ricostruire i movimenti di Sollai e a localizzare il luogo dove aveva abbandonato il corpo.

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Le indagini, condotte da RIS, ROS e Carabinieri di Iglesias, hanno rivelato che Sollai aveva effettuato ricerche online su come occultare un cadavere, scavare una fossa e le reazioni di una persona colpita alla testa. Aveva persino cercato informazioni sull’acquisto di cianuro. Dopo l’omicidio, l’uomo aveva anche utilizzato il telefono della moglie per gestire comunicazioni e per far credere che fosse ancora viva. Aveva persino compilato per lei un modulo di licenziamento online.

A smascherare Sollai sono stati il fratello di Francesca e le amiche e colleghe della vittima, che non hanno mai creduto alla versione dell’allontanamento volontario. Grazie al loro intervento e alla querela presentata a dicembre 2023, le indagini hanno subito un’accelerazione decisiva.

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La difesa, rappresentata dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, ha tentato di far cadere le aggravanti e la premeditazione, ma il pubblico ministero ha sottolineato come le bugie, le diverse versioni fornite e il comportamento successivo al delitto non lasciassero spazio a concessioni di attenuanti.

«Mia sorella non tornerà, ma sono soddisfatto dalla giustizia», ha commentato visibilmente commosso Andrea Deidda, fratello della vittima, subito dopo la lettura della sentenza. La Corte d’Assise era gremita di parenti, amici e cittadini, tutti stretti attorno alla famiglia di Francesca.

Gli avvocati di Sollai, che "si aspettava una sentenza pesante", attendono ora di leggere le motivazioni della sentenza per valutare un eventuale appello.

 

 

@Redazione Sintony News