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7 Giugno 2023

Meloni, l’Einstein Telescope sarà a Lula

Il premier ha ufficializzato ieri la candidatura dell’Italia per l’ET, 36mila posti di lavoro in 9 anni e 2 mld di investimenti

Il Presidente del consiglio Giorgia Meloni ha ufficializzato ieri la candidatura dell’Italia ad ospitare l’Einstein Telescope, la struttura di ricerca scientifica che potrebbe essere ospitata nella miniera di Sos Enattos, fra i comuni di Lula, Bitti e Onanì. (Nell'immagine sotto con il Nobel Giorgio Parisi e il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas)

 

«Volevo offrire con la mia presenza l’attenzione – ha detto la Meloni in apertura della conferenza stampa, che ha salutato con una Fortza Paris ricordando le sue origini sarde  -, la volontà, la dedizione che il governo italiano intende mettere sulla candidatura dell’Italia a ospitare l’Einstein telescope, volevo che questa volontà fosse chiara» ha detto Meloni alla presentazione della candidatura italiana, sottolineando che «il simbolo di questa candidatura è il simbolo di un’Italia che vuole guardare verso l’alto, vuole dire noi siamo capaci di grandi imprese, perché lo abbiamo già fatto molte volte», l’Italia «è sempre stata capace di pensare in grade» poi a volte è «mancata la consapevolezza e la volontà».

 

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Einstein Telescope rappresenta la più grande sfida scientifica e tecnologica, un progetto straordinario che consente di consolidare l’immagine di una Sardegna come ecosistema favorevole agli investimenti in innovazione, ricerca, sviluppo. Stiamo svolgendo un importante percorso di riconversione di tutto il nostro sistema minerario  - ha detto il Presidente della Regione, Christian Solinas - con progetti di questo tipo, a partire dal pozzo della miniera del Sulcis, che diventerà una torre di distillazione di un gas nobile come l'argon, fino alla Einstein Telescope e al radiotelescopio di San Basilio che già esiste. Tutto questo consolida anche un modello di sviluppo alternativo che, attraverso l'investimento nella scienza, rappresenta anche una ricetta contro lo spopolamento e per il rilancio delle zone interne”.

 

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Ma che cos’è l’Einstein Telescope? L'Et - come lo hanno ribattezzato gli scienziati e dedicato al genio di Albert Eistein che per primo ipotizzò l'esistenza delle onde gravitazionali scoperte nel 2015 - è un interferometro di terza generazione che sarà almeno dieci volte migliore per sensibilità a quelli attuali, e andrà ad investigare un volume d’Universo almeno mille volte superiore a quelli ora in servizio. Studierà dunque l'universo portandoci indietro nel tempo, fino a 13 miliardi di anni fa.

 

L'Einstein Telescope ci darà delle informazioni fondamentali per la nostra conoscenza, sia fisica che astrofisica dell'universo. I fisici costruiranno questo apparecchio che poi verrà dell'informazione che anche i nostri cari colleghi astrofisici con cui andiamo sotto braccio utilizzeranno", ha detto il Premio Nobel, Giorgio Parisi, alla presentazione della candidatura per Einstein Telescope. La scelta del sito dove costruire il gigantesco interferometro sotterraneo triangolare (che si svilupperà nel triangolo Lula, Bitti, Obanì, ndr) non avverrà prima della fine del 2024 e l’osservatorio sarà operativo non prima del 2033. Per Parisi, che presiede il comitato scientifico a supporto della candidatura italiana, non ci sono dubbi: «Il sito di Lula è la scelta migliore. Poche vibrazioni grazie al granito, assenza di carico antropico e silenzio.  Abbiamo il 75% di probabilità che sia scelto dalla Commissione europea», ha spiegato Parisi.

 

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Dalla realizzazione dell’Einstein Telescope si attendono ricadute per 6 miliardi nei nove anni previsti per la costruzione del più potente rivelatore di onde gravitazionali, ha detto il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, la sarda Marina Elvira Calderone. «Oggi il costo stimato per la costruzione è di 1,7 miliardi e l’impatto complessivo stimato è di 6 miliardi nei 9 anni previsti per la costruzione, con più di 36mila unità di forza lavoro», ha osservato. La realizzazione dell’Einstein Telescope, ha aggiunto, «è una sfida che parla di ricerca», ma anche di lavoro, con lo sviluppo delle aree interne e «tante professionalità per favorire lo sviluppo di infrastrutture, abitabilità dei luoghi e ricettività in termini alberghieri e turistici, per non parlare dei tanti ricercatori che avranno un’attività a Sos Enattos».

 

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Italia competerà con un consorzio formato da Belgio, Olanda e Germania che ha individuato la sede potenziale di ET nella regione del Mosa-Reno, vicino alla città belga di Eupen. «Nel sito del Nord Europa non c’è lo stesso silenzio sismico e antropico come nel cuore della Sardegna e noi siamo forti dal punto di vista scientifico. Serve, peò, la collaborazione della società civile e del livello politico» ha spiegato Michele Punturo, ricercatore della sezione di Perugia dell’Infn e coordinatore scientifico di Etic (Einstein Telescope Infrastructure Consortium), il consorzio scientifico che si occuperà degli aspetti legati allo studio delle tecnologie necessarie a ET.

Redazione sintony.it