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11 Novembre 2022

Italia maglia nera d’Europa: i giovani non studiano e non lavorano

Numeri preoccupanti quelli emersi dal rapporto di ActionAid e CGIL: nel 2020 l'Italia ha il numero più alto di giovani che non studiano e non lavorano

Sono numeri di cui c'è poco da vantarsi quelli emersi dal rapporto curato da ActionAid e CGIL: nel 2020 l’Italia è il Paese europeo con il più alto numero di giovani dai 15 ai 34 anni che non lavorano (e non cercano lavoro), non studiano e non si formano. Si parla di oltre 3 milioni di giovani, di cui circa 1,7 milioni sono donne. E la situazione non sembra migliorata rispetto al passato.

L'incidenza dei Neet (che sta per Not in Education, Employment or Training) al Sud raddoppia rispetto al Nord. Nel rapporto "Neet tra disuguaglianze e divari. Alla ricerca di nuove politiche pubbliche" emerge una netta disuguaglianza innanzitutto territoriale: il 39% dei giovani disoccupati risiede al Sud, contro il 23% del Centro, il 20% del Nord-Ovest e il 18% del Nord-Est. Ma il dato più preoccupante è che tutte le regioni italiane superano la media europea, che per il 2020 si attesta sul 15%. 

Sicilia, Calabria e Campania sono le regioni con le quote più alte, viceversa Valle d'Aosta, Piemonte e Liguria sono quelle più virtuose. Significativo anche il dato riguardante il genere: il 56% dei Neet è di sesso femminile, il che fa pensare che ancora, purtroppo, sopravvive questa disuguaglianza (o gender gap) di cui non c'è da andare fieri. 

Infine, degli oltre tre milioni di Neet italiani, il 66% (quindi due su tre) è inattivo, nel senso che non lavora e nemmeno si attiva a cercare un lavoro. Dati, questi, che fanno pensare e che impongono al nuovo Governo e al Parlamento di adottare al più presto delle politiche nazionali e territoriali per i giovani.

@Francesco Cucinotta