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1 Giugno 2022

La "Finalissima" è un'umiliazione: l'Argentina ne rifila 3 a una malcapitata Italia

Altro che "Finalissima", a Wembley si è vista soltanto l'Argentina di Leo Messi, che ha battuto l'Italia con un perentorio 3-0. Di Lautaro Martinez, Di Maria e Dybala le reti del match, Azzurri inguardabili e umiliati dalla truppa di Scaloni.

Doveva essere una grande sfida: i campioni d'Europa dell'Italia da una parte, l'Argentina, vincitrice della Copa America, dall'altra. Nello scenario di Wembley, dove meno di un anno fa gli Azzurri si laureavano campioni europei per la seconda volta nella loro storia. Doveva essere una "Finalissima" (così è stato ribattezzato il nuovo trofeo della FIFA), si è rivelata una debacle. Per la nostra Nazionale. 

Due mesi dopo la sconfitta contro la Macedonia e la cocente delusione per la mancata qualificazione ai Mondiali, sembra che non sia cambiato nulla. A Wembley si sono viste una super Argentina, trascinata da due vecchie volpi come Messi e Di Maria che, se vogliono, sanno fare ancora la differenza, e un'Italia piccola piccola. 

L'Albiceleste ha preso possesso del campo e del pallone da subito, dimostrando di essere più in forma rispetto agli Azzurri e nettamente più forte sul piano tecnico. Già dopo 45 minuti la selezione del CT Scaloni era sopra di due gol grazie ai centri del nerazzurro Lautaro Martinez e di Di Maria, che voci di mercato danno prossimo alla Juve. E l'Italia? Non pervenuta.

Nella ripresa, si è riusciti persino a fare peggio. I sudamericani hanno gestito senza mai rischiare, nascondendo la palla ai nostri per gran parte della ripresa. Il 3-0 nel recupero, firmato Dybala, è la giusta conclusione di una sfida impari e umiliante dal nostro punto di vista. 

Incassiamo anche questa, consapevoli del fatto che in due mesi non si è fatto nulla. Anzi, si è regrediti. E i vari Gravina e Mancini sono ancora là. La situazione è preoccupante e pericolosa, perché così la gente perde l'amore per la Nazionale. Sabato si torna in campo per l'esordio in Nations League conto la Germania. Si salvi chi può. 

@Francesco Cucinotta