È tutto vero. Ci siamo svegliati stamattina sperando di aver fatto un brutto sogno, ma la realtà parla chiaro: l'Italia non disputerà il Mondiale invernale di Qatar 2022. Un boccone amaro da buttar giù per Mancini e soci. E per noi a casa che abbiamo assistito increduli alla sfida contro la Macedonia del Nord.
Una partita inverosimile, surreale, dominata dagli Azzurri ma vinta dai macedoni. E poco importa se gli avversari non hanno quasi mai superato la metà campo, o se il possesso palla fosse dalla parte degli uomini di Mancini. A loro è bastato un tiro in porta, quello di Trajkovski al 93', per fare festa e per gettare noi italiani nello sconforto più totale. Martedì i macedoni si giocheranno un pass per il Qatar contro il Portogallo, mentre noi giocheremo la più beffarda delle amichevoli contro la Turchia, altra grande delusa.
Questa dunque è la realtà e ce la dobbiamo far piacere per forza. Saltare due Mondiali consecutivamente non è da Italia, non è da squadra che poco più di 8 mesi fa si è laureata campione d'Europa con merito e dando sfoggio di grande calcio. Proprio per questo, forse, già dall'immediato post partita ci aspettavamo le dimissioni di Mancini, e persino quelle del presidente della FIGC, Gabriele Gravina. Ma, almeno per ora, tutto tace.
In attesa di capire quale sarà il futuro tecnico della Nazionale, per noi è tempo di processi: questa squadra si è "seduta" dopo il trionfo in terra inglese, sprecando infinite occasioni: dall'1-1 di Firenze contro la Bulgaria, allo 0-0 di Belfast contro l'Irlanda del Nord, passando per i due pareggi contro la Svizzera con altrettanti rigori sbagliati da Jorginho. Per finire con la debacle di ieri. Tante chance, infiniti rimpianti.
Ora non resta che voltare pagina, proprio come nel 2017 dopo l'eliminazione della Nazionale di Ventura contro la Svezia. Forse, oltre che cambiare i vertici del nostro calcio, dovremmo cambiare proprio la mentalità di chi gravita attorno al mondo del pallone: dai campetti di periferia ai grandi club di Serie A. Occorre un progetto serio per investire sui giovani italiani, condito da una grande dose di coraggio nel mandarli in campo, anche e soprattutto nelle occasioni che contano. Proprio come fanno negli altri Paesi, proprio quelli che, a partire dal prossimo 21 novembre, si giocheranno la Coppa del Mondo in Qatar.
@Francesco Cucinotta