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25 Febbraio 2022

Suonano le sirene a Kiev, Zelensky: "La Russia ci ha attaccato a tradimento"

Alta tensione nella capitale che si prepara a resistere. Per il presidente ucraino Zelensky le sanzioni contro la Russia non sono sufficienti.

Nella seconda giornata di combattimenti le sirene su Kiev hanno iniziato a risuonare di prima mattina e la gente è stata invitata ad andare nei rifugi antiaerei. Nella notte sono stati effettuati diversi lanci di missili sulla capitale ucraina: alcuni frammenti sono finiti su edifici provocando incendi e feriti. I russi sarebbero a una trentina di chilometri da Kiev. L'esercito russo avrebbe sequestrato due veicoli militari ucraini, i militari hanno indossato le uniformi ucraine e si stanno dirigendo verso il centro di Kiev. Sono seguiti da una colonna di camion militari russi. Ma le forze russe "hanno già perso circa 800 uomini", secondo il ministero della Difesa ucraino bombardato un aeroporto nel nordovest del Paese.

"Forze nemiche sono entrate a Kiev ma io resto qui", ha detto il presidente Zelensky aggiungendo che finora 137 militari ucraini sono stati uccisi e 316 rimasti feriti.  E davanti a una situazione drammatica per il suo Paese, dovuta anche alla disparità di forze militari in campo, Zelensky spera di poter presto parlare con Putin. "La Russia dovrà parlare con noi prima o poi per mettere fine alle ostilità e fermare questa invasione. Prima inizia questo dialogo, minori saranno le perdite per la Russia", ha detto. Per il presidente ucraino, le sanzioni annunciate dagli Stati Uniti e dall'Unione europea contro Mosca sono chiaramente insufficienti. "Questa mattina siamo soli a difendere il nostro Stato. Come ieri, le maggiori potenze del mondo restano a guardare da lontano". Il presidente ucraino chiede una "coalizione contro la guerra" e si è rivolto al gruppo dei 'Nove di Bucarest' chiedendo aiuti militari e ulteriori sanzioni contro la Russia. Lo riporta Unian. I Nove di Bucarest - il nome è dalla città della riunione nel 2015 - sono Bulgaria, Ungheria, Estonia, Lituania, Lettonia, Polonia, Romania, Slovacchia e Repubblica ceca.

 

@Moreno Pisano