L'unica nota "positiva" della partita del Diego Armando Maradona è stato il risultato. Il Cagliari ha perso soltanto per 2-0, limitando un passivo che sarebbe potuto essere ben più pesante, anche in virtù del fatto che la squadra di Spalletti era reduce da 4 gol rifilati a Udinese e Samp nelle ultime due gare. Ovviamente, la nostra è una provocazione, perché di realmente positivo dopo la magra figura di Napoli non c'è proprio nulla.
Male tutto, a cominciare dall'incomprensibile schieramento scelto dal tecnico rossoblù: un teorico 5-4-1 con il solo Joao Pedro a predicare nel deserto dell'attacco cagliaritano. Risultato: il brasiliano è finito sistematicamente nella morsa di Rrhamani e Koulibaly, senza rendersi mai pericoloso. Dopo il precedente positivo dell'Olimpico di una settimana fa, in cui era risultata decisiva l'intesa fra Joao e Keita, perché non riprovare anche a Napoli? L'unica speranza per arginare la squadra più in forma della Serie A, forse, era proprio metterle apprensione con due attaccanti.
E invece nulla, il Napoli ha preso possesso del pallone e del campo, col Cagliari che ha provato a difendersi ma che è capitolato dopo soli dieci minuti, facendo crollare i sogni di 0-0 di Mazzarri. Per il resto vien difficile commentare: abbiamo visto una sola squadra in campo, il Napoli, che non ha avuto bisogno di forzare la mano, specialmente dopo aver trovato il raddoppio dal dischetto con Insigne, dopo l'atterramento in area di uno scatenato Osimhen da parte di un Godin in grande difficoltà.
Diamo tempo al nuovo allenatore, questo sì, ma ci risulta difficile accettare una prestazione del genere. A Napoli si può perdere, ovviamente, ma lo si deve fare giocando, o quanto meno tentare di farlo. Proviamo a voltare pagina: venerdì alla Unipol Domus arriva il Venezia, squadra alla portata dei rossoblù. Anche Empoli e Genoa lo erano, quindi che non si sottovaluti l'impegno. Ma soprattutto ci aspettiamo un Cagliari diverso da quello visto ieri, sperando che la versione del Maradona non si ripresenti mai più in futuro.
@Francesco Cucinotta