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9 Agosto 2021

Turismo e Artigianato - Segnali di ripresa vacanze e imprese in Sardegna

Segnali di ripresa per le vacanze in Sardegna: lo dicono anche gli indicatori di mobilità (+9,8%). Tante le imprese artigiane legate al turismo

Segnali di ripresa per le vacanze in Sardegna: lo dicono anche gli indicatori di mobilità (+9,8%). Tante le imprese  artigiane legate al turismo: 6.400 con 15mila addetti. Maria Amelia Lai e Daniele Serra (Presidente e Segretario Confartigianato Imprese  Sardegna) “Flussi turistici in crescita ma necessario lavorare sul
“nuovo turismo” post pandemia”. Dall’Associazione Artigiana allarme
per il riacuirsi del virus: aumentare tracciamento e vaccini.


Sono buone le prospettive dell’economia turistica per la Sardegna in questa estate 2021. Lo dicono i segnali positivi arrivano anche dagli  indicatori di mobilità di Google per l’Isola: nella media dei primi 23  giorni di luglio 2021 la dinamica giornaliera dei flussi relativi a  negozi e luoghi di ricreazione indica un +0.4% rispetto al periodo  pre-crisi (2019) e un + 9,8% rispetto allo scorso anno, percentuale  che sale al +14,0% per gli hub di trasporto.

E tra i “luoghi di ricreazione”, nell’Isola ci sono anche le circa  6.400 piccole e medie aziende artigiane, con oltre 15mila addetti, che  si occupano di attività legate alle vacanze e allo svago: trasporti, ricettività, ristorazione, agroalimentare, servizi turistici, benessere, intrattenimento, attività ricreative e culturali ma anche  produzione e vendita di monili, artigianato artistico, abbigliamento e calzature.

insomma, più di una 1 impresa su 5, delle 35mila realtà artigiane della Sardegna, è coinvolta, direttamente o con l’indotto, nel mercato turistico regionale.

Sono questi alcuni dei numeri chiave del dossier “Imprese artigiane  nei settori interessati dalla domanda turistica in Sardegna 2021”,  realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, attraverso  i dati Istat, Unioncamere e Movimprese.

“La “movimentazione” rilevata dai big data in Sardegna ci dicono di  una interessante ripresa dei flussi turistici e della crescita della  voglia di vacanze delle persone – affermano Maria Amelia Lai e Daniele Serra, Presidente e Segretario Regionale di Confartigianato Imprese  Sardegna - però in questo momento non basta e non basterà nei prossimi  mesi quando la concorrenza tornerà a essere agguerrita e le frontiere  aperte.

Questo ragionamento ci deve spingere a lavorare ancora più  duramente per riguadagnare posizioni sul fronte dell'attrattività,  dell’artigianato, dell’ambiente e della cultura, che rappresentano i  motori della nostra economia”. “Non vorremmo, però, che questi segnali  di ripresa venissero stroncati dal riacuirsi della pandemia –  sottolineano Presidente e Segretario – crediamo infatti che la
campagna di tracciamento e vaccinazione, soprattutto nelle zone  turistiche, sia per il personale delle attività, che per i turisti,  debba essere rafforzata; ormai da settimane, in tantissime località si  concentrano i più consistenti flussi turistici per la nostra regione e  dove si registra il maggior numero di addetti”.


Come detto, alla fine del primo trimestre 2021 le imprese artigiane sarde operanti in attività interessate dalla domanda turistica sono  6.415, pari al 18,7% dell’artigianato totale e danno lavoro a 15.300  addetti.

In chiave settoriale il comparto più rilevante quello della  ristorazione (23,7%), seguono l’agroalimentare (22,9%), i trasporti  (17,6), bar e pasticcerie (7,4%), abbigliamento e calzature (7%), e le  imprese operanti di Attività ricreative, culturali, intrattenimento,  Strutture ricettive e Giornali, guide ed editoria (1,2%). A queste
bisogna aggiungere quelle operanti in vari settori non classificati  (20,2%).

Tra le province sarde (vecchi confini) Cagliari-Sud Sardegna raggruppa  2.592 attività (il 19,5% delle imprese artigiane coinvolte su totale  di quelle iscritte nella Camere di Commercio), Sassari-Nord Sardegna  2.202 (18,2%), Nuoro 1.250 (19,5%) e Oristano 366 (15,1%).

L’analisi nazionale evidenzia come a livello regionale le più alte  incidenze dell’artigianato nei settori a vocazione turistica sul  totale dell’artigianato regionale si rintracciano in due regioni del  Mezzogiorno cioè Sicilia e Campania con una quota sul totale pari  rispettivamente al 22,3% e al 20,2%; seguono, con incidenza superiore  alla media, Toscana (19,9%), Sardegna (18,7%), Calabria e Marche
(entrambe con il 18,6%), Lazio (17,6%), Puglia (16,6%) e Basilicata  (15,9%). Sempre a livello nazionale, tra le province, l’artigianato a  vocazione turistica rappresenta circa un terzo del totale  dell’artigianato del territorio a Prato (36,8%) e Fermo (32,2%),  seguite, con un peso superiore ad un quinto, da Palermo (24,9%),
Agrigento (23,9%), Firenze (23,1%), Catania (22,5%), Arezzo, Napoli e  Reggio Calabria (tutte e tre con il 22,3%), Messina (21,9%),  Caltanissetta (21,8%), Siracusa (21,6%), Trapani (21,0%) e Enna  (20,2%).

“Alla fine della pandemia troveremo un turismo e i turisti molto  cambiati – continuano Lai e Serra - e per soddisfare le richieste di  questo nuovo e particolare turismo, è indispensabile lavorare in    anticipo per offrire sempre più occasioni di esperienze nuove, come  possono essere quelle proposte dalle particolarità artigiane, da  vivere in prima persona e che solo in questo settore si possono
ritrovare. Quindi l’artigianato deve, e dovrà, ricoprire sempre un  ruolo di primo piano all’interno dello sviluppo strategico del turismo  nella nostra regione”. “Per questo – concludono Presidente e  Segretario - a livello regionale vanno intensificati gli sforzi per  restituire competitività alla nostra offerta turistica e valorizzare
le eccellenze del Made in Sardegna che hanno reso famosa la nostra  isola nel mondo mentre, a livello nazionale, è necessario continuare a  stimolare i consumi delle famiglie”.

Per l’Associazione Artigiana, infine, “è fondamentale, che le imprese,  in particolare quelle artigiane, mettano a disposizione del turista  non solo la più ampia gamma di prodotti e sensazioni, ma anche tutta  la loro “artigianalità, come accade nel turismo esperienziale”.

La recente rilevazione dell’Istat sulle prospettive di vacanza degli
italiani nel 2021, infatti indica che il 50,1% della popolazione
italiana sta andando o andrà in vacanza in una località diversa da
quella di residenza.

In questa estate, la destinazione prevalente delle vacanze è l’Italia:  il 33,3% sceglierà la regione di residenza mentre il 63,6% opterà per  un’altra regione italiana. Solo il 6,2% dei rispondenti prevede di  andare all’estero. L’uso del veicolo privato prevale, indicato  dell’84% del totale, in forte crescita rispetto al 62,9% della media  dei viaggi di vacanza del 2019 e al 65,3% del 2018 che hanno
utilizzato auto, caravan e camper.


Va ricordato che sul turismo estivo l’Italia ha una indiscussa  leadership europea, collocandosi al primo posto tra i 27 paesi  dell’Unione europea per presenze turistiche totali nei mesi estivi di  giugno, luglio, agosto e settembre.

L’Istat ha inoltre registrato una sensibile caduta del turismo dei  residenti ad agosto 2020 verso le destinazioni più tradizionali e  affollate, in primis le grandi città (-29%), e i comuni a vocazione  marittima (-18%). In parallelo si è registrata la scoperta (+7%) dei  comuni a vocazione culturale, storica, artistica e paesaggistica e i
comuni del turismo lacuale (+25%), mentre si è osservata una tenuta  (-0,2%) dei comuni a vocazione montana. In generale sono stati  privilegiate località in cui – grazie agli ampi spazi – si riducono  gli affollamenti e che dispongono di una adeguata ricettività extra  alberghiera (agriturismi, open air ecc.).

L'artigianato potenzialmente interessato da attività turistiche nelle  province (al primo trimestre 2021).

Imprese artigiane legate al Turismo  % su totale imprese artigiane della Sardegna

Cagliari  2.592

19,5%

Nuoro     1.255

19,5%

Oristano   366

15,1%

Sassari     2.202

18,4%

Sardegna   6.415

18,7%