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7 Luglio 2021

Ansia, sofferenza, gioia: siamo in finale di Euro 2020, il sogno Azzurro continua

Dopo 120 minuti in parità (1-1 in virtù delle reti di Chiesa e Morata), ci sono voluti i rigori per decretare la prima finalista di Euro 2020. Decisiva la parata di Donnarumma su Morata e l'ultimo rigore di Jorginho. Domenica la finale a Wembley

Quanta sofferenza. Lo possiamo dire, e possiamo ammettere con altrettanta sincerità che, forse, ai punti avrebbe meritato la Spagna. Ma per una volta incassiamo pure questa insolita dose di buona sorte e portiamocela a casa, anzi, per tornare a casa ci sarà tempo, perché almeno fino a domenica gli Azzurri alloggeranno a Londra per giocarsi un titolo europeo che manca dal lontano 1968. 

Abbiamo vissuto una serata di ansia e sofferenza, incollati davanti ai teleschermi, insieme a familiari e amici, proprio come una volta. I 120 lunghissimi minuti di gioco ci hanno provato, emotivamente, fisicamente. Per non parlare della lotteria dei rigori. E se c'è chi non guarda, chi dà le spalle alla tv o si tappa gli occhi, c'è anche chi si presenta sul dischetto per il rigore decisivo come se fosse appena uscito dalla doccia, spiazzando il portiere avversario con una calma e una freddezza invidiabili. 

Jorginho è l'eroe della serata, uno dei giocatori meno "chiacchierati", quello che fa il lavoro sporco e cuce le trame del gioco italiano. Ma come lui ci sono altri eroi: Donnarumma, strepitoso su Dani Olmo nel primo tempo e sull'ultimo rigore calciato dallo spagnolo Morata, o Chiesa, autore di un gol "alla Insigne" che ci ha illuso che si potesse vincere in novanta minuti, o ancora Belotti e Bonucci, che hanno avuto il merito di non farsi condizionare dall'errore iniziale di Locatelli dagli undici metri, dando il la alla vittoria azzurra. 

Onore alla Spagna, dicevamo, che ha sorpreso chi scrive e probabilmente anche Mancini e i suoi ragazzi. Onore a Luis Enrique, che ha schierato un undici di qualità e tanta freschezza atletica, nonostante la Roja fosse reduce da due gare terminate dopo 120 minuti. Le Furie Rosse hanno disputato una grande partita, fatta di palleggio (e questa non è una novità quando si parla di Spagna), di triangolazioni e di pressing alto. Così facendo, hanno limitato il nostro gioco, peccando forse soltanto di un pizzico di cattiveria sotto porta. È evidente però che potendo contare su giocatori giovanissimi come Pedri, Dani Olmo e Ferran Torres, il futuro è dalla loro parte. 

Domenica dunque si torna a Wembley. Siamo andati a dormire col sorriso, sognando un'altra notte magica a tinte verdi, bianche e rosse. E poco importa se sfideremo Inghilterra o Danimarca: dopo la grande sofferenza di ieri siamo pronti a riscendere al fronte. Anzi, non vediamo l'ora. 

Francesco Cucinotta