Uno strumento digitale per preservare le lingue indigene che rischiano di scomparire. Si chiama Woolaroo ed è una piattaforma open source raggiungibile sia dall’app Arts & Culture di Google (per iOS e Android), sia direttamente sul web.
È sufficiente inquadrare con la fotocamera un oggetto per avere la traduzione e la pronuncia corretta in una delle lingue o dei dialetti supportati. Attualmente le lingue a rischio estinzione che Woolaroo si propone di preservare dall’oblio sono 10: yugambeh, idioma aborigeno degli Stati australiani del Queensland e del Nuovo Galles del Sud; berbero, parlato nell’Africa mediterranea, principalmente in Marocco e in Algeria; maori, lingua dell’omonimo gruppo indigeno polinesiano, nawat, derivante dall’azteco e oggi diffuso principalmente a El Salvador; yang zhuang della regione cinese del Guangxi; creolo francese della Louisiana; rapanui dell’Isola di Pasqua; yiddish, utilizzato dagli ebrei aschenaziti dell’Europa Centrale e Orientale. Infine, due lingue parlate nella nostra penisola: il dialetto siciliano e il greco-calabro, ancora diffuso in alcuni paesi della Calabria meridionale. Per inserirle nel database Google ha collaborato con la Cademia Siciliana e con l’Associazione Ellenofona Jalò tu Vua.
In attesa di inserire altri idiomi nella piattaforma, è possibile per chi conosce le lingue supportate implementare il vocabolario esistente, aggiungendo o modificando parole e pronunce.
Secondo l’Atlante delle lingue del mondo in pericolo a cura dell’Unesco, il 43% delle oltre 6 mila lingue parlate nel mondo sarebbe a rischio di sparire per sempre. Wolaroo va controcorrente: attraverso uno strumento di apprendimento automatico interattivo punta a salvaguardare la lingua, l’identità e il patrimonio culturale di un popolo