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24 Maggio 2021

Spreco alimentare, quasi 1 sardo su 2 guarda alle app per fare la propria parte

Invio la ricerca che evidenzia come gli abitanti della Sardegna siano sempre più attenti a contenere gli sprechi alimentari, e lo facciano anche usando le nuove tecnologie

Negli ultimi anni è aumentata la sensibilità verso gli sprechi alimentari. Un problema moderno che non a caso gli abitanti della Sardegna cercano di risolvere anche con le nuove tecnologie: quasi uno su due (43%) infatti si dice interessato ad app che permettono, ad esempio, di comprare a prezzi inferiori prodotti agroalimentari invenduti, o imperfetti o prossimi alla scadenza, e un ulteriore 17% ha già avuto esperienza di questi strumenti.

Lo evidenzia l’ultima ricerca dell’Osservatorio Reale Mutua dedicato all’agricoltura e alle abitudini d’acquisto. Un dato importante, che sottolinea una sensibilità verso cui anche la pandemia di Covid-19 può aver contribuito.

Oltre alle app, i sardi cercano di limitare gli sprechi anche con metodi più tradizionali: il 68% dichiara di controllare sempre le scadenze dei prodotti agroalimentari, il 49% investe tempo per fare dettagliate liste della spesa così da comprare solo il necessario e oltre uno su tre (36%) fa più volte la spesa in settimana per evitare di accumulare troppi prodotti in casa. 

Anche per quanto riguarda la conservazione degli alimenti, i sardi usano strategie semplici ma efficaci, come conservare e, quando possibile, congelare il cibo che non si consuma subito (24%).

Una coscienza, questa, che abbraccia anche i prodotti “meno belli” a vedersi: ben il 45% non trova problemi nell’acquistare di norma prodotti dell’agricoltura con piccole imperfezioni, come frutta e verdura con ammaccature o dimensioni diverse da quelle tradizionali. Anzi: per uno su quattro (25%), i consumatori sono oggi troppo esigenti nel volere solo prodotti perfetti.

Ma l’attenzione alla sostenibilità è una “richiesta” che i consumatori fanno alle stesse aziende, tanto che quasi uno su due (45%) tende a premiare nei suoi acquisti quelle che si mostrano più sensibili.

Perché oggi le imprese, confermano gli abitanti della Sardegna, hanno una grande responsabilità verso l’ecosistema ambientale e sociale. Ma in che modo possono fare la propria parte? Il 45% ritiene che sia importante che i produttori ottimizzino l’uso di risorse energetiche e idriche e secondo il 36% le aziende potrebbero trovare canali di vendita dedicati per i prodotti imperfetti per ridurre gli sprechi. Un ulteriore 28% pensa a iniziative che coinvolgano produttori e associazioni a sostegno dei meno abbienti, coniugando così la lotta allo spreco all’aiuto dei più deboli, mentre il 23% vede nelle campagne di sensibilizzazione rivolte al grande pubblico l’attività più importante.

“Gli italiani tradizionalmente hanno una grande cultura del cibo che, come mostrano i risultati del nostro Osservatorio, si combina con la crescente sensibilità verso la sostenibilità ambientale e sociale. Un binomio, quello tra qualità e sostenibilità, che rappresenta il presente e il futuro di un settore fondamentale per il nostro Paese come quello dell’agricoltura” - commenta Michele Quaglia, Direttore Commerciale e Brand di Gruppo. “Noi di Reale Mutua insieme ai nostri Agenti siamo da sempre vicini al comparto con le nostre soluzioni assicurative e affianchiamo le aziende anche nel gestire i nuovi rischi e le nuove sfide all’orizzonte. Lo sviluppo sostenibile è sicuramente una di queste e in quest’ottica rientra AGRIcoltura100, il progetto che conduciamo insieme a Confagricoltura per promuovere la cultura ESG, premiare le imprese agricole più innovative e sostenibili e valorizzare il ruolo dell’agricoltura nel rilancio del Paese dalla pandemia”.

 

Invio la ricerca che evidenzia come gli abitanti della Sardegna siano sempre più attenti a contenere gli sprechi alimentari, e lo facciano anche usando le nuove tecnologie – una sensibilità probabilmente collegata anche alla pandemia di Covid-19.

 

Tra i risultati principali:

  • quasi 1 sardo su 2 (43%) guarda alle app che permettono di comprare a prezzi inferiori prodotti agroalimentari invenduti o imperfetti o prossimi alla scadenza
  • ben il 45% non trova problemi nell’acquistare prodotti dell’agricoltura “meno belli” a vedersi, con piccole imperfezioni o dimensioni diverse da quelle tradizionali
  • anche le aziende possono fare la loro parte secondo i sardi, trovando canali di vendita alternativi (45%) e avviando iniziative verso i meno abbienti (28%)