Un Cagliari compatto, bravo a chiudere gli spazi e le linee di passaggio, un Cagliari che non ha fatto da vittima sacrificale al cospetto di un'Inter che si presentava a San Siro lanciatissima verso il titolo e con dieci vittorie consecutive alle spalle. Tutto vero e si può essere soddisfatti se i nerazzurri hanno dovuto sudare più delle sette fatidiche camice per spuntarla contro la squadra di Semplici. 
 

Alla fine, a decidere la contesa è bastata un'azione al minuto 78, se vogliamo tipica dell'Inter di Conte: Hakimi trova il fondo e mette un rasoterra sul palo opposto sul quale si avventa Darmian per il facilissimo tap-in. Da rivedere la posizione di Zappa in marcatura e un po' tutta la disposizione della difesa che si è fatta aggirare dall'iniziativa offensiva dell'Inter. Peccato, perché lo 0-0 iniziava ad assumere contorni sempre più definitivi. 

Al di là del risultato penalizzante, le note positive non sono mancate: Pavoletti ha lottato contro la difesa di Conte, Nainggolan da ex col dente avvelenato ha provato a dirigere la truppa finché ha potuto, e pure la difesa ha retto l'urto di Lukaku e compagnia cantante. Bene anche Vicario, portierino all'esordio in A, che si è tolto lo sfizio di deviare in corner una conclusione dalla distanza di Eriksen a inizio gara che pareva diretta nel sette. Tanti elementi positivi, sicuramente, che vengono meno quando si dà uno sguardo alla classifica, decisamente più complicata dopo le gare del sabato, e che vede il Cagliari in ritardo di 5 punti rispetto alla zona salvezza. 

Non è contro l'Inter che i rossoblù dovevano conquistare punti salvezza. Su questo siamo d'accordo, ma ci avviamo a vivere l'epilogo di questa complicatissima stagione con una certa ansia. All'orizzonte la sfida casalinga contro il Parma, poi la trasferta di Udine e i due impegni contro Roma e Napoli. Manca sempre meno e la situazione nella quale si è impelagato il Cagliari non permette di guardare in faccia nessuno. Ripartire dalla buona prova di Milano per fare punti al più presto. Col coltello fra i denti, altrimenti sarà Serie B.

Francesco Cucinotta