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5 Aprile 2021

Boschi in città: Quando la natura ci salva

Dall’inizio della pandemia di Covid-19 il mondo è cambiato e così la possibilità di spostarsi

Dall’inizio della pandemia di Covid-19 il mondo è cambiato e così la possibilità di spostarsi. Le limitazioni sono diventate ovunque barriere che hanno descritto nuove aree in cui vivere e muoversi, rendendo sempre più fondamentali gli spazi, soprattutto per chi abita in città.

La grande riscoperta di questo periodo storico sono stati i parchi cittadini. Nati nel 19° secolo con le grandi urbanizzazioni, i parchi pubblici sono un successo della pianificazione di re e regine lungimiranti o di amministratori visionari che già nei secoli passati avevano capito l’importanza di mantenere il contatto con la natura anche in mezzo alle grandi metropoli.

I parchi cittadini sono nati in seguito al cosiddetto movimento igienista nato al culmine della rivoluzione industriale, quando la popolazione delle città aumentava rapidamente e la vita di molte persone diventava sempre più malsana, con un accesso limitato alle aree verdi.

Nel 1843 Liverpool, in Inghilterra, progettò il Birkenhead Park, il primo parco urbano al mondo ad uso pubblico. Subito dopo a Parigi, Napoleone III ordinò che il Bois de Boulogne e il Bois de Vicennes fossero aperti alla cittadinanza. Carlos III concesse l'accesso pubblico ai giardini del Palacio del Buen Retiro per scopi ricreativi e il parco di Madrid divenne comunale. Dall'altra parte dell'Atlantico, a New York, nasceva Central Park.

Oggi ogni città ha i suoi spazi per stare nella natura e di questo dobbiamo ringraziare i pianificatori che duecento anni fa decisero di salvare queste grandi aree verdi dal cemento e dalla speculazione edilizia.