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17 Marzo 2021

Sardegna zona Bianca, preoccupazione per chi arriverà per raggiungere le seconde case

Chi ha una seconda casa, anche se non residente, e anche se arriva da una zona rossa o arancione, potrà raggiungere la Sardegna

Chi ha una seconda casa, anche se non residente, e anche se arriva da una zona rossa o arancione, potrà raggiungere la Sardegna. Lo ha chiarito una risposta del Governo alle faq.  Questo non è piaciuto alla politica sarda, sia a destra che a sinistra, che a gran voce chiede al presidente della Regione Christian Solinas, di bloccare gli ingressi nell’Isola in vista della Pasqua.

Il timore è che possa accadere quanto è successo l’estate scorsa: con l’ondata di turisti nell’Isola la Sardegna era passata da regione quasi covid free a rischio alto per l’elevato numero di contagiati, il tutto in poco tempo e soprattutto nel nord dell’Isola dove si concentra la movida dei vip. L’assessore alla Sanità Mario Nieddu assicura che: “Gli spostamenti interregionali sono consentiti solo per motivi di necessità, lavoro o salute”. E c’è chi già si è protetto, come la Valle D’Aosta, che con un’ordinanza vieta gli ingressi ai non residenti. Non sembra della stessa linea il presidente Solinas, e quindi salvo precisazioni del Governo che potrebbero far fare un passo indietro a chi è pronto a comprare un biglietto aereo o navale per raggiungere l’Isola, in tanti avranno diritto di raggiungerla, almeno tutti coloro che hanno una casa.

E quindi destra e sinistra in Consiglio regionale si appellano al Governo Draghi: “Ci aiutino a fare i controlli alle partenze, così come facciamo noi agli arrivi”. Sul web è spuntata anche una petizione su change.org che in poco tempo ha superato le 10mila firme: si chiede al presidente Solinas di chiudere i confini. E secondo i consiglieri regionali del Movimento Cinque Stelle, Roberto Li Gioi, Michele Ciusa, Desirè Manca e Alessandro Solinas, la tanto temuta “invasione è già cominciata”. Secondo gli esponenti pentastellati i controlli disposti dal presidente Solinas “sono talmente blandi da aver già consentito l’ingresso di centinaia di turisti, italiani e stranieri, senza certificato di negatività e senza che si fossero sottoposti al test gratuito alla stazione marittima”.

Fanno riferimento al porto di Olbia, dove, spiegano ancora, “sono sbarcati 997 passeggeri e la stragrande maggioranza, dopo aver rifiutato
di sottoporsi al test,
ha lasciato la banchina senza aver dovuto comunicare le proprie generalità e il proprio numero di telefono al personale addetto ai controlli. Come verranno rintracciate queste centinaia di persone per essere certi che si siano sottoposte al test nelle 48 ore successive e che siano risultate negative ?”.