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16 Febbraio 2021

I pubblici Esercizi del territorio all'unisono: Non si vive di soli Ristori

I pubblici Esercizi del territorio all’unisono: Non si vive di soli Ristori: ma di lavoro - Indagine di Confcommercio Nuoro Ogliastra

In due ore sono arrivate 174 risposte e dopo 24 ore abbiamo avuto 326 risposte al questionario che abbiamo condiviso con i pubblici esercizi (ristoranti, pizzerie, bar, etc.) del territorio. Dalla bassa Gallura (San Teodoro e Budoni), all’Ogliastra passando per la Baronia e la Barbagia sino alla Planargia passando per il Marghine ed il Mandrolisai, emerge una sola ed univoca richiesta: “Non si vive di Ristori, ma fateci lavorare tutto il giorno, siamo in grado di rispettare tutte le condizioni richieste da protocolli, linee guida e quanto serve per preservare clienti, lavoratori e noi stessi dal Covid 19”.

E’ quanto emerge da un sondaggio lanciato on line da Confcommercio Nuoro Ogliastra che ha fatto una serie di domande agli imprenditori dei Pubblici Esercizi principalmente Ristoranti e BAR. (allegato lo studio)

1) Le risposte alla prima domanda fanno emergere una profonda sofferenza delle imprese del settore, composte in gran parte da ristoranti e bar, che accusano una forte flessione generalizzata del fatturato del 2020 rispetto al 2019. E’ solo un problema di percentuale di crollo dei ricavi che, infatti il 93,6% evidenzia. Si va dalle percentuali più gravi con oltre il 50% di riduzione (33,3%), una riduzione tra il 30 ed il 50% (30,8%).

2) Il lockdown e quindi le chiusure forzate o il non poter lavorare la sera hanno modificato le modalità organizzative di vendita, tramite l’asporto (take away) e le consegne a domicilio. Il 69,6% dei ristoratori ed il 61,2% dei baristi hanno introdotto l’asporto proprio per soddisfare la domanda della clientela e far fronte ad una certa riduzione dei ricavi. Mentre per quanto riguarda le consegne a domicilio (delivery) una percentuale importante dell’81,3% dei ristoratori ha organizzato questo sistema affinandolo e perfezionandolo cosa che invece non hanno fatto nel settore bar dove il 76,10% non ha realizzato questa modalità di vendita.

3) Ben più articolate sono state le risposte alla domanda: quale fosse il valore delle misure messe in campo da Governo e dalla Regione per supportare le imprese del settore contro la perdita di fatturato. Emerge uno scenario impietoso sugli strumenti ad iniziare dalla inutilità dei 600 erogati dal Governo, ritenuti tali dal 76,6% delle risposte. Stesso giudizio di inutilità, 76%, lo ricevono gli 800 euro messi in campo dalla Regione, il credito di imposta sulle sanificazioni e strumenti di sicurezza (75,40%) e men che meno lo strumento dei Fondi di Emergenza – Bei messi in campo dalla Regione dove l’inutilità è dichiarata dal 54% delle risposte, con l’impossibilità di molti di aver potuto accedere alla misura vista la procedura da click day.

I ristori 1 e 2, in particolare di fonte governativa hanno avuto un giudizio negativo dal 50% delle imprese con una percentuale di utilità della misura di circa il 20% e un 30,8% di posizione neutra al contributo ricevuto.

Bocciata anche la misura sul Fondo Ristorazione del Ministero delle Politiche Agricole che riconosceva un contributo alle imprese che avessero acquistato prodotti della filiera italiana. Infatti la validità dell’idea è stata compromessa dalla lentezza della risposta di accesso al finanziamento che ancora nessuno ha avuto.

In generale possiamo dire che le misure messe in campo non sono state sufficienti e tra loro scoordinate ed a singhiozzo e soprattutto non facilmente accessibili a causa della complessità delle procedure.

4) Quali proposte sono state lanciate dagli imprenditori. La richiesta è un’apertura immediata anche la sera invocata dal 91,5% delle risposte. Aprire significa farlo in sicurezza rispettando le disposizioni dei vari DPCM, dei Protocolli e delle Linee Guida delle Regioni. Molti investimenti sono stati fatti per questo. Il tutto va accompagnato dai controlli, infatti non si può pregiudicare il lavoro serio e attendo di molti con la superficialità di pochi.

Altra richiesta, fatta dall’88% delle imprese, è quella di sospensione degli adempimenti fiscali per un anno, cosa che darebbe ossigeno importante con la speranza tra l’altro che possa ripartire una stagione turistica che ancora non ha delineato i suoi contorni.

Il terzo elemento richiesto in modo importante dagli imprenditori (88%)  sono dei fondi per la liquidità immediata a tasso zero. Questo consentirebbe di finanziare una parte importante del capitale circolante in modo da poter ripartire in sicurezza.

Altrettanto importante sono fondi a tasso zero con lunga durata per poter compiere investimenti richiesto dal 84% delle imprese.

Infine è comunque presente la richiesta di sostegno a fondo perduto e/o altri ristori seppur non rientrando tra le priorità

“In sintesi si può affermare che se gli imprenditori vengono messi in condizioni di lavorare hanno una visione verso il futuro ed hanno solo voglia di lasciarsi alle spalle questo periodo buio.” Afferma Silverio Nanu rappresentante della categoria in Confcommercio Nuoro Ogliastra “e diventa fondamentale avere risorse liquide per poter finanziare la ripartenza in modo rassicurante sperando che con vaccinazioni e test, possa riprendere fiducia spingendo i consumi. E soprattutto speriamo che i turisti possano arrivare in modo importante e dare una spinta all’economia del territorio”