Via immagini, via video, via testo. Rimangano solo gli audio! Un’idea che, in un momento come questo, fatto di foto e contenuti visual, risulta molto rivoluzionaria. Ma è proprio su questa intuizione che si basa la nuova piattaforma social che sta spopolando in tutto il mondo. Parliamo di Clubhouse.

Un’idea non così tanto strana, in fin dei conti, se si pensa ai numeri in enorme crescita dei podcast, dalla metà del 2020 e fino ad oggi.  

Cos'è nello specifico Clubhouse? Un social basato su chat vocali, fondato ad aprile 2020 da Paul Davison e Rohan Seth, entrambi con un passato tech alle spalle (Pinterest e Google). Insomma, l’app perfetta per gli amanti dei messaggi audio: si presta infatti allo storytelling, al gioco di voci, ma anche alla creazione di nuovi contatti e legami senza l'imposizione dell'immagine.

Al momento, l’app dichiara due milioni di utenti iscritti. Va considerato, però, che il social è ancora in fase beta ed è disponibile solo sui dispositivi Apple, su invito da parte di qualche iscritto. Intanto, molte celebrities ne hanno già preso parte. Negli Usa, ad esempio, sono iscritti Oprah Winfrey, Drake, Kevin Hart e Ashton Kutcher.

Le chat vocali, che caratterizzano il social, sono organizzate in base a temi di interesse comuni come politica o tecnologia: è l’algoritmo interno a indicarci quali potrebbero essere più adatte a noi. Una volta “in stanza”, si possono ascoltare conversazioni e inviare le proprie riflessioni registrate. Ovviamente, per ragioni di privacy, tutti i file audio non possono essere condivisi o scaricati. Il fronte pubblicitario, invece, è ancora work in progress. Ma con l'aumentare esponenziale degli utenti, sicuramente anche le idee per la monetizzazione arriveranno presto.

@Roberto Piras