"Il pubblico, pagante, gratuito o di figuranti, potrà tornare solo quando le norme lo consentiranno per tutti i teatri e cinema. Speriamo il prima possibile", ha scritto su Twitter il ministro Franceschini. "Le regole vigenti valgono per tutti, dallo spettacolo più grande al teatro più piccolo", questo è il tweet che ha alimentato ancora di più le polemiche sull’edizione 2021 del Festival della canzone italiana.
La mia intervista a Repubblica di oggi: "Europeisti e moderati di centro ora si uniscano a noi” | Rep https://t.co/mSr7HxAY4T
— Dario Franceschini (@dariofrance) January 20, 2021
"O tutti compatti o si rimanda al 2022", continua a ripetere Amadeus: il quale, peraltro, ben conscio della situazione difficilmente risolvibile, starebbe valutando l’ipotesi di lasciare l’incarico di conduttore e direttore artistico del Festival; per lui, infatti, com’è noto, il Festival dev’essere col pubblico e per questo motivo, già tempo fa, aveva proposto di aprire la platea a dei figuranti contrattualizzati.
Ipotesi, questa, che non era stata esclusa a priori dal titolare della Salute, Roberto Speranza; ma ora pare che l’esecutivo abbia cambiato idea.
Il CTS, intanto, dal canto suo, ribadisce il proprio “no” al pubblico in sala: neanche se si trattasse di 400 figuranti contrattualizzati.
Sono tre le problematiche sollevate dai tecnici.
La prima è legata, evidentemente, al Dpcm attualmente in vigore: le norme prevedono che gli spettacoli teatrali si svolgano senza il pubblico.
La seconda, invece, è legata all’andamento della curva epidemiologica: ad oggi la Liguria è classificata zona gialla ma nessuno può prevedere come e se si evolverà la situazione nel periodo di svolgimento del Festival.
Infine, la terza, è legata al rischio di creare assembramenti: il Festival, com’è noto, richiama ogni anno migliaia e migliaia di persone, ed il rischio che si creino folle incrollate (ed incontrollabili) di persone è troppo alto.
@Mattia Porcu