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26 Gennaio 2021

La missione Esa “Cheops” ha scoperto un nuovo sistema planetario

Si chiama TOI-178, ospita almeno sei pianeti ed è stato scoperto grazie alle osservazioni altamente precise del satellite dell'Agenzia Spaziale Europea

Una notizia importante dal mondo spaziale. Cheops, il satellite dell’Esa lanciato nel 2019 per la caratterizzazione degli esopianeti, ha scoperto un nuovo sistema planetario, completamente diverso dal nostro sistema solare.

È stato chiamato TOI-178 e si trova nella costellazione dello Scultore, circa 200 anni luce da noi. Gli astronomi, dopo diverse osservazioni effettuate con il satellite di rilevamento Tess(Transiting Exoplanet Survey Satellite) della Nasa, si aspettavano che questo sistema ospitasse al massimo due o più esopianeti. Invece, le nuove osservazioni più accurate hanno mostrato che ospita almeno sei pianeti. Ma non è tutto. Pare che TOI-178 sia caratterizzato da una disposizione davvero unica. Il gruppo di ricerca coinvolto, guidato da Adrien Leleu dell’Università di Ginevra, ha pubblicato poi i risultati su Astronomy & Astrophysics.

Come spiegato dall’Esa, una delle caratteristiche particolari del nuovo sistema è che i pianeti, eccetto quello più vicino alla stella, seguono una danza ritmica mentre si muovono nelle loro orbite, dando vita ad un fenomeno chiamato risonanza orbitale. In pratica, mentre i pianeti si muovono intorno alla stella, ci sono degli schemi che si ripetono e fanno sì che questi corpi celesti si allineino ogni poche orbite. Una risonanza simile che si può osservare nelle orbite di tre delle lune di Giove: Io, Europa e Ganimede.

Al contrario, è emerso che le densità dei pianeti di TOI-178 non seguono alcuno schema preciso. A esempio, uno degli esopianeti, un denso pianeta roccioso come la Terra, si trova proprio accanto a un pianeta di dimensioni simili ma molto più soffice, un po’ come un mini-Giove. Vicino a quest’ultimo, poi, ce ne è uno simile a Nettuno. “È la prima volta che osserviamo una simile disposizione in un sistema planetario – ha commentato LeleuNei pochi sistemi che conosciamo dove i pianeti orbitano a questo ritmo di risonanza, le densità diminuiscono gradualmente mentre ci si allontana dalla stella”.

Insomma, una scoperta davvero rilevante. Kate Isaak, scienziata di progetto di Cheops dell’Esa, ha spiegato: “Questo studio mette molto bene in evidenza il potenziale futuro di Cheops, non solo per meglio caratterizzare i pianeti noti, ma per scovarne e confermarne di nuovi. Potremmo scoprire altri pianeti, con acqua liquida in superficie, nella zona abitabile, che comincia al di fuori delle orbite dei pianeti che abbiamo scoperto fino a oggi”.

Ecco il tweet ufficiale dell’Esa:

 

 

@Roberto Piras