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20 Gennaio 2021

Covid, ritardi Pfizer: il governo costretto a rivede il piano vaccini

Il ministro Boccia annuncia “azioni legali concordate” contro la casa farmaceutica. Intanto Arcuri avverte: "Ulteriori riduzioni la settimana prossima"

Sono passati poco meno di 20 giorni dall’inizio della campagna vaccinale per combattere il Coronavirus, e il Governo è già costretto ad apportare modifiche al piano presentato dal ministro della Salute Roberto Speranza. La causa? Rispondere agli improvvisi ritardi nelle consegne decisi unilateralmente da Pfizer.

E mentre le Regioni chiedono garanzie, l’unica soluzione sembra essere quindi rivedere la distribuzione dei vaccini, rimodulando le consegne in modo che nessuna regione resti senza dosi. Nel frattempo, il Commissario per l’emergenza Arcuri lancia l'allarme: “La prossima settimana ci sarà una ulteriore riduzione delle consegne”.

Secondo l'Ema, ovvero l’Agenzia europea dei medicinali, questi disguidi e ritardi sono dovuti al fatto che l'azienda farmaceutica sta cercando di aumentare la produzione e, ricevendo sempre più ordini, non ha avuto la possibilità di fare scorte di materie prime.

Dal canto suo, la Pfizer si è limitata a promettere, tramite un comunicato stampa, che si riprenderà con il “calendario iniziale di distribuzione all'Ue a partire dalla settimana del 25 gennaio”. E tra l’altro, oltre al taglio di 165mila dosi annunciato venerdì, che ha ridotto del 29% le consegne al nostro paese per questa settimana, passate da 562.770 dosi a 397.800, Pfizer ha fatto sapere solo nella serata di lunedì che avrebbe ritardato ulteriormente la distribuzione, portando a destinazione poco più di 241mila solo nella giornata di mercoledì.

Per questo, il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia ha annunciato che si valuteranno "azioni legali concordate" nei confronti di Pfizer, visto il taglio e il ritardo improvviso nella consegna delle dosi. “Pretendiamo chiarezza e rispetto per il nostro paese sugli accordi europei presi” ha detto nella riunione con le Regioni.

In ogni caso, l’intoppo che si è creato rischia di provocare più di qualche problema, soprattutto per quanto riguarda la somministrazione della seconda dosa per i richiami, prevista 21 giorni dopo la prima. Intanto, i ritardi della Pfizer hanno già prodotto un risultato negativo: lo slittamento di almeno due settimane dell'inizio della campagna di vaccinazione per gli over 80 e dei 400mila pazienti oncologici, ematologici e cardiologici.

 

foto @ilpost

@Roberto Piras