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19 Gennaio 2021

“Cringe” entra nei vocaboli italiani

“Cringe” entra nei vocaboli italiani. La parola riconosciuta dall’Accademia della Crusca

Non saranno d’accordo i puristi della lingua ma ne saranno entusiasti gli amanti dei social: cringe entra nell’elenco delle nuove parole dell’Italiano. Lo ha deciso l’Accademia della Crusca, che ha dedicato alla parola un’approfondita analisi.

 

 

Come è possibile leggere nel sito della Crusca, cringe è un aggettivo con il significato di “imbarazzante”,  riferito a “scene e comportamenti altrui che suscitano imbarazzo e disagio in chi le osserva”. La parola, però, può anche servire da sostantivo, e indicare in tal caso “la sensazione stessa di imbarazzo” oppure “il fenomeno del suscitare imbarazzo e, in particolare, le scene, le immagini, i comportamenti che causano tale sensazione”.

Sono queste le principali accezioni della parola, anche se il verbo inglese to cringe, dal quale la parola deriva, ha molteplici significati originari, dal “rannicchiarsi o contrarre i muscoli involontariamente come per il freddo o per il dolore” (to draw in or contract one’s muscles involuntarily - as from cold or pain), all’ “indietreggiare per il disgusto” (to recoil in distaste), “rannicchiarsi per paura o per servilismo” (to shrink in fear or servility” tradotto ) e, infine, “provare imbarazzo e vergogna per qualcosa” (to feel embarrassed and ashamed about something).

Il primo utilizzo in Italia, secondo gli studiosi, risale al 2012, su Twitter. Ma già nel 2011 il termine cringe veniva usato da Alessandro Genovesi per indicare il genere cinematografico del film da lui diretto “La peggior settimana della mia vita”, con Fabio De Luigi e Cristiana Capotondi. Il registra aveva spiegato che gli americani avrebbero catalogato il suo film – una commedia che trae moltissimi spunti da “Ti presento i miei” con Ben Stiller e Robert De Niro –  nel filone cringe comedy che, “incentrata e messa in scena su gag a ripetizione che portano avanti la storia”, ha una comicità talmente 'imbarazzante' da portare gli spettatori a rannicchiarsi per gli spasmi delle risate.

È però soprattutto tra il 2015 e il 2016, che il termine ha visto una crescente diffusione nel web, in particolare quando sono diventati popolari, specialmente tra i teenager, delle compilation di video intitolate “Try not to cringe”, ossia prova a non cringiare. Cringe oggi può già vantare dei suoi derivati, come “cringissimo”, “cringiante”,“cringiare” e “cringiata”.