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15 Gennaio 2021

Fuori anche dalla Coppa: il Cagliari non dà segni di vita nemmeno a Bergamo

L'Atalanta vince 3-1 contro i rossoblù e si qualifica ai quarti di Coppa Italia. Altra prova negativa del Cagliari, che subisce il dominio bergamasco per tutta la durata del match

Vien difficile commentare una gara come quella di ieri. Al Gewiss Stadium di Bergamo ci è sembrato di vedere opposte due squadre di due categorie diverse. E probabilmente è così: da una parta un'Atalanta meravigliosa, che nonostante il turnover è riuscita a produrre un gioco "a memoria", fatto di circolazione palla, di inserimenti e di un pressing asfissiante, dall'altro lato un gruppo in enorme difficoltà, incapace di imbastire un'azione degna di nota, quasi impossibilitato a farsi vedere nella trequarti avversaria e salvato in più occasioni dal proprio portiere. 

C'è chi ha paragonato gli ottavi di ieri a una partitella infrasettimanale di allenamento. E anche se non ufficialmente, per l'Atalanta è stato così. Troppo forte la Dea, troppo piccolo e in difficoltà questo Cagliari. Al di là della differenza sul piano tecnico, che non scopriamo certo dopo la sfida di ieri, a preoccupare è la mentalità dei rossoblù: impauriti, insicuri, senza idee. In campo con due esterni come Tramoni e Sottil che non hanno mai tentato il dribbling e con Pavoletti che ha giocato più nella propria metà campo che in quella atalantina.

Non è un caso se l'unica volta in cui l'ex Fiorentina ha provato l'uno contro uno con Sutalo ha superato il proprio avversario trovando la rete dell'illusorio 1-1. Ma allora perché non farlo prima?
Quel gol è stato sì il frutto della casualità, ma da lì si poteva ripartire dopo aver subito i nerazzurri per 55 minuti. Invece no, è stata l'Atalanta a riprendere il controllo del match e a spegnere le velleità sarde con due gol, di Muriel e di Sutalo, realizzati in una manciata di minuti. 

Fuori dalla Coppa, ma questo di per sé non è un dramma. Visto come stanno andando le cose, la Coppa Italia era l'ultimo dei pensieri. Ciò che preoccupa però è l'atteggiamento, la mentalità e la paura che - si vede - si sta insinuando nella mente dei giocatori. Questo sì che è un dramma. Anche perché la sfida contro il Milan è imminente e per tirarsi fuori da questa preoccupante situazione occorre far ricorso in primis ai propri attributi. 
 

foto @sky sport

Francesco Cucinotta