La crisi di governo è iniziata da un po’, ma ora si entra nel vivo della questione. Conte prepara le sue mosse per raggiungere l’obiettivo prefissato: rimanere al governo scacciando la minaccia di Matteo Renzi una volta per tutte.

Nella testa dell’attuale premier, le opzioni possibili sono due: o riuscire a far fallire il piano del leader di Italia Viva, o andare via ma dicendo comunque la verità nelle aule del Parlamento. Perché, secondo Conte, tutti devono sapere chi ha sempre lavorato nell'interesse del Paese, e chi ha mandato tutto all'aria, creando una crisi di governo in piena emergenza Covid. L’obiettivo del premier è dunque quello di attirare dalla sua parte un gruppo solido di “costruttori”, con cui andare avanti da qui fino a fine legislatura, con un patto chiaro e un programma ben definito.

E in questo senso, le sue prossime tappe per la fiducia sono: lunedì alla Camera e martedì al Senato. E lì, numeri o meno, forse Conte riuscirà a togliersi qualche sassolino dalla scarpa, magari con un’arringa delle sue, stile agosto 2019 contro un altro Matteo, quello della Lega. Il premier lo ha ripetuto anche a Sergio Mattarella, durante il secondo incontro al Colle nel giro di un giorno: bisogna andare in Parlamento e a carte scoperte, perché è importante capire se c'è la forza di andare avanti, così come si era raccomandato lo stesso presidente della Repubblica.

Ecco allora che la crisi sarà finalmente parlamentarizzata, come richiesto da tutti, prima del voto sullo scostamento di bilancio, necessario per il nuovo decreto Ristori.

Intanto, Pd, Leu e Movimento 5 Stelle cercano senza sosta 161 senatori per liberarsi definitivamente di Renzi e del suo partito, per poi proseguire la legislatura. Luigi Di Maio fa un appello “a tutti i costruttori europei che, come questo governo, in Parlamento nutrono la volontà di dare all'Italia la sua opportunità di ripresa e di riscatto. Insieme, possiamo mantenere la via”.

foto @ la stampa

@Roberto Piras