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11 Gennaio 2021

Gli italiani furbetti che hanno trascorso le vacanze alle Maldive

Sono oltre 1.000 gli italiani che, in barba alle restrizioni in vigore, hanno trascorso le vacanze di Natale alle Maldive

Durante le Festività natalizie si sono registrati oltre 1000 italiani che, nonostante la pandemia e le restrizioni ad essa conseguenti, hanno deciso di trascorrere le vacanze alle Maldive o a Dubai o a Zanzibar.

A segnalarlo, con non poco rammarico, è ASTOI Confindustria Viaggi (l'Associazione di Categoria dei Tour Operator): la quale ha colto l'occasione per scrivere una lettera formale ai Ministeri dell'Interno, degli Esteri e del Turismo.

È stata portata all’attenzione dei ministeri dell’Interno, degli Esteri e del Turismo una situazione, giudicata dall’associazione, incoerente e profondamente iniqua nei confronti di tutti i tour operator e delle agenzie di viaggi presenti sul territorio nazionale. Gli operatori del comparto si sono astenuti, oramai da molti mesi, dal programmare/vendere mete estere extra Ue. Ciò nonostante, gli associati hanno avuto prove evidenti dagli albergatori partner presenti alle Maldive nonché dalle statistiche dell’aeroporto intercontinentale di Male che molti italiani abbiano trascorso le vacanze del periodo natalizio in questo paese, nonostante tali spostamenti fossero vietati”, si legge nella lettera di ASTOI.

Nessuno dei turisti che hanno raggiunto le Maldive, infatti, si è avvalso del prezioso lavoro dei Tour Operator che, invece, dal canto loro, hanno rigorosamente rispettato le direttive del Governo.

A quanto pare questi 1000 “furbetti” sono partiti col classico metodo “fai da te”: hanno acquistato i biglietti aerei e l'albergo in maniera del tutto autonoma.

Ciò che, però, desta sconcerto – secondo ASTOI – è la totale mancanza di controlli: negli aeroporti, per esempio, nessun viaggiatore è stato sottoposto a controllo alcuno.

Così, ASTOI, ha chiesto – formalmente – al Governo di creare un protocollo tanto rigoroso quanto capillare affinché in tutti gli snodi portuali ed aeroportuali italiani le Autorità di Pubblica Sicurezza possano evitare che tanti furbetti “aggirino l'ostacolo” e, soprattutto, mettano a rischio la salute pubblica.

Ma non è tutto: l'Associazione di Categoria dei Tour Operator chiede, inoltre, di aprire un tavolo di confronto – a livello europeo – per uniformare i comportamenti degli stati membri dell'UE con lo scopo, evidentemente, di limitare la diffusione del virus ed anche di impedire che vengano agevolati scali stranieri per mezzo del traffico italiano.

“Ciò che immaginiamo possa trovare il più assoluto consenso da parte delle Istituzioni è che le norme emanate debbano valere per tutti e non solo per le organizzazioni che, in modo serio e coscienzioso vi si attengono – ha dichiarato Pier Ezhaya, Presidente dell’ASTOI – Ci chiediamo infatti a cosa sia servito il sacrificio di migliaia di tour operator e agenzie di viaggi che si sono astenuti dal vendere viaggi nel rispetto delle disposizioni emanate se poi, grazie ad un semplicissimo metodo ‘fai da te’, ogni italiano ha potuto recarsi in vacanza senza alcun problema”.

 

@Mattia Porcu