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5 Gennaio 2021

Dal “Grande Gatsby” a “Mrs. Dalloway”: i capolavori che perderanno il copyright nel 2021

Molti giganti della creatività novecentesca sono entrati, dall’inizio del nuovo anno, nel pubblico dominio. Cosa succederà adesso?

Diversi capolavori del Novecento, tra film, romanzi e brani musicali, sono rimasti senza copyright a partire dall’inizio del 2021. Parliamo di grandi classici come “Il grande Gatsby” di Francis Scott Fitzgerald del 1925, o di “Mrs. Dalloway”, pubblicato da Virginia Woolf nello stesso anno.

Ma non solo romanzi. Anche il mondo della musica risente questo terremoto dalle profonde conseguenze. Numerose composizioni di Duke Ellington, Thomas "Fats" Waller e Irving Berlin, ad esempio, sono entrate nel pubblico dominio. Persino il classico del muto "Go West" di Buster Keaton. Ma cosa può permettere tutto questo?

Per quanto riguarda i romanzi, si potranno leggere liberamente su piattaforme web come Google Books. Inoltre, si potrà dar vita a nuove versioni delle opere originali, senza che i nuovi autori subiscano delle ripercussioni legali. Un po’ quello che accadde nel 2009, quando Seth Grahame-Smith realizzò "Orgoglio e Pregiudizio e Zombie", prendendo spunto dal quasi omonimo classico della letteratura. Stesso discorso che si ripeterà oggi, 5 gennaio, con la pubblicazione di “Nick”, il prequel de "Il grande Gatsby". Il libro, scritto da Michael Farris Smith, racconterà la storia di Nick Carraway, voce narrante nel classico di Fitzgerald, prima dell'incontro con l'enigmatico Jay Gatsby.

Tra i tanti capolavori del 1925 “liberati” nel 2021, possiamo citare anche: “Manhattan Transfer” di John Dos Passos, “In Our Time” di Ernest Hemingway, “Foglie Secche” di Aldous Huxley e “Il Velo Dipinto” di W. Somerset Maugham. Per quanto riguarda il cinema invece, tra le clamorose uscire dal copyright troviamo il già citato “Go West” e la commedia muta “Lovers in Quarantine”. Nella musica, entrano nel dominio pubblico capisaldi del jazz come “Sweet Georgia Brown”, i brani di Ma Rainey e Bessie Smith, oltre a “Always” di Irving Berlin e “Manhattan” di Lorenz Hart e Richard Rodgers.

Su tutte queste opere, il copyright era stato prorogato di altri vent'anni (da ‘75 a ‘95) nel 1998, con una legge del Congresso ribattezzata il "Mickey Mouse Protection Act". Perché questo nome? Perché, ai tempi, era stata approvata dietro pressioni della Disney, che voleva tenere sotto diritti di autore fino al 2024 il primo film con Topolino protagonista: “Steamboat Willie”.

 

@Roberto Piras