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22 Dicembre 2020

Artigianato alimentare sardo di qualità a Natale per sostenere imprese, lavoro e territori

A Natale, artigianato alimentare sardo di  qualità per sostenere imprese, lavoro e territori

Nell’isola 3.500  gli “artigiani del gusto” con oltre 10mila addetti. Lo scorso anno 378  milioni di euro in acquisti di prodotti agroalimentari. Matzutzi e  Serra (Confartigianato Sardegna): “Lockdown delle Festività: duro  colpo alle imprese. Sostenere artigiani acquistando i loro prodotti  per far ripartire l’economia”. I dati del report sulla “food economy” regionale nel 2020.

Pane, pasta, carni, salumi, formaggi, verdure, ortaggi, frutta e, soprattutto, dolci e vini, distillati e bevande.

Sono questi alcuni dei prodotti dell’immenso “giacimento” della food  economy della Sardegna che, in particolare sotto le festività di  Natale, nonostante la crisi, finiranno sulle tavole delle famiglie  sarde. Tutto questo, lo scorso anno valse 378milioni di euro e  quest’anno sarà difficile bissare quel risultato.

Ad affermarlo sono i dati dell’Ufficio Studi di Confartigianato  Sardegna che, nel dossier “Food economy di MPI e artigianato  alimentare nel 2020”, ha rapportato i consumi dell’anno scorso con  l’andamento delle vendite di quest’anno e rielaborato i dati di Istat, UnionCamere-Infocamere e MIPAAF, su imprese e produzioni
alimentari e consumi delle famiglie nell’ultimo anno.

Un settore, quello dell’agroalimentare sardo, rappresentato in regione  da 3.523 imprese artigiane che danno lavoro a ben 10mila addetti, con  una importante offerta enogastronomica di 8 prodotti DOP, IGP e STG,  ben 214 prodotti “tradizionali”, e una capacità export che sfiora i 100 milioni di euro all’anno.

“Il Decreto legge del Governo, purtroppo, condizionerà pesantemente  l’attività anche delle imprese artigiane dell’agroalimentare della  nostra Isola che, proprio durante le festività natalizie, realizzano  gran parte del loro fatturato – commentano Antonio Matzutzi e Daniele  Serra, Presidente e Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna –  comprendiamo l’esigenza di dare priorità alle misure di contenimento  del contagio ma auspichiamo che l’Esecutivo metta in campo le risorse  adeguate per compensare l’impatto delle disposizioni su tutti i
settori”.

“Siamo consapevoli che la nostra food economy subirà un  pesante colpo dalla chiusura di ristoranti, pizzerie, bar e delle  altre attività connesse, anche per la limitazione della circolazione  delle persone – continuano Matzutzi e Serra – una “voragine” che  potrebbe essere in parte compensata dai consumi delle famiglie sarde  che, comunque, si apprestano a festeggiare in famiglia (con le  opportune accortezze e nel rispetto delle regole)”.

“Per questo – sottolineano Presidente e Segretario - l’invito ad  acquistare prodotti agroalimentari sardi, soprattutto quelli  artigianali, nelle botteghe di quartiere, che da sempre garantiscono  requisiti di sostenibilità, circolarità ed eticità. Caratteristiche  che la pandemia ha portato ad influenzare ancor di più le scelte dei
consumatori”. “I nostri artigiani del gusto utilizzano materie prime  locali e metodi di produzione tipici che evidenziano il legame con il  territorio regionale – rimarcano Matzutzi e Serra – la genuinità di  queste specialità fa bene alla salute, fa muovere l’economia e  contribuisce a mantenere alta la bandiera del food regionale nel mondo. Per questo i prodotti e le imprese della nostra tradizione  alimentare, che hanno nella qualità e nell’artigianalità della  lavorazione il proprio elemento distintivo, vanno promossi ancora di più in questo 2020. Per questo, invitiamo tutti a sostenerli  acquistando i loro prodotti”.

In conclusione l’auspicio dell’Associazione Artigiana che i ristori  previsti dal Governo siano realmente adeguati a compensare le perdite  subite dalle imprese: “Sia dal punto di vista della quantità delle  risorse messe in campo, sia nel tenere conto di tutte le attività  collegate a quelle soggette a chiusura – concludono Presidente e  Segretario – le nostre imprese hanno bisogno di certezze e di
chiarezza”.

La spesa nelle festività natalizie:

Le festività legate al Natale modificano notevolmente le abitudini di  spesa anche dei consumatori sardi. A dicembre, infatti, l’87,7% della  spesa in prodotti alimentari e bevande delle famiglie è costituita da prodotti alimentari, il 7,7% in bevande analcoliche e per il restante 4,6% da bevande alcoliche. Confartigianato Sardegna stima una spesa  delle 736mila famiglie sarde in prodotti alimentari e bevande per  378milioni di euro.

A livello provinciale, 116 milioni sono spesi da sassaresi e  galluresi, 101 dai cagliaritani, 78 dagli abitanti del Sud Sardegna,  48 da nuoresi e ogliastrini e 35 dagli oristanesi. A livello nazionale, la spesa raggiunge quasi i 15miliardi.

Imprese e addetti dell’artigianato della food economy

La Sardegna è la seconda regione, dopo la Valle d’Aosta, per maggior peso della piccola impresa della food economy sull'economia del territorio.

Sono, come detto, 3.523 le imprese artigiane che operano oggi in  Sardegna nella produzione di bevande e prodotti alimentari, il 4,1%  delle oltre 86 mila presenti in tutta la penisola e il 10,2% del  numero totale di imprese artigiane presenti nella nostra regione. Per  incidenza più alta dell’artigianato alimentare sul totale artigianato  del territorio la nostra Isola nella classifica nazionale si posizione  4^ dopo Sicilia, Calabria e Campania

Prendendo a riferimento la produzione alimentare artigiana gli ambiti  che contano più imprese sono le: Panetterie e prodotti da forno con  838 imprese artigiane quali panetterie e laboratori che producono  dolci, biscotti, prodotti secchi da forno, prodotti di pasticceria  conservati, snack dolci o salati e possono anche effettuare vendita  diretta al pubblico, pari a quasi un quarto (23,8%) dell’artigianato  alimentare, seguono le Pasticcerie e gelaterie con 555 imprese, pari al 15,8% del settore, e che producono principalmente prodotti freschi  e offrono anche servizi di ristorazione tramite la vendita diretta al
pubblico, anche ambulante (sono stati compresi i bar in virtù  dell’importanza della vendita di pasticceria fresca per colazione), quelle dell’ambito della Pasta con 215 imprese, pari al 6,1%, che  producono paste alimentari fresche e secche (anche farcite, in scatola o surgelate), cuscus e gnocchi, dell'Industria lattiero-casearia con 55 imprese, pari all’1,6% del settore, del Tè, caffè, cacao,  cioccolato, caramelle, confetti, condimenti e spezie con 43 imprese, pari all’1,2% del totale del settore e della Lavorazione e  conservazione di carne e produzione di prodotti a base di carne con 40  imprese, pari all’1,1% del settore, che producono carne essiccata,  salata o affumicata e salumi, comprendendo anche le norcinerie con
eventuale negozio annesso per la vendita. Seguono Vini, Distillerie,
Birre
e altre bevande con 36 imprese, pari all’1,6%, Produzione di oli  e grassi vegetali e animali con 34 imprese, pari all’1%, Lavorazione e  conservazione frutta e ortaggi e pesce con 32 imprese, pari allo 0,9%,  lavorazione delle granaglie, produzione di amidi e di prodotti  amidacei con 31 imprese, pari allo 0,9%.

Il settore dell'artigianato alimentare si completa con la componente  che coniuga produzione e servizio rappresentata dai Servizi di  ristorazione e dei cibi per asporto, dove operano 1.591 imprese, pari  al 45,2% del totale: oltre ai ristoranti comprende rosticcerie, friggitorie, pizzerie, pizzerie a taglio, birrerie, pub, enoteche,  catering, banqueting, banchi del mercato che preparano cibo per il
consumo immediato, venditori di street food, attività di ristorazione  di recente e crescente fortuna, ed esercizi che fanno solo take-away, attività che si sta sviluppando come risposta alle limitazioni del  servizio in sede imposte dall’emergenza sanitaria Covid-19.

Ben 10.080 gli addetti artigiani mentre l’occupazione delle micro e  piccole imprese (MPI) della food economy - comprendente alimentari, bevande e ristorazione è pari a 41 mila addetti, pari al 93,3% del  totale addetti del settore e al 13,8% del totale addetti di tutti i  settori (valore >7,8% medio nazionale). Per ciò che riguarda sempre i  dipendenti, dopo la Sicilia, la nostra regione è quella con il  maggiore peso dell'artigianato della food economy sull'economia del
territorio: dove i 10.080 addetti dell'artigianato pesano il 3,4%  sull’economia complessiva. Rientra tra le prime 10 regioni italiane  (6° posto) per vocazione artigianale del settore, con il 22,9% di addetti del comparto impegnati nell’artigianato (valore > 16,1% medio  nazionale).

Nel dettaglio settoriale il 55,7% dei 10 mila addetti dell'artigianato  sono relativi al settore alimentare e - che comprende le imprese  artigiane di panificazione, lavorazione e conservazione di carni,  frutta e pesce, produzione di pasta, lattiero casearia - il 43,6% ai  servizi di ristorazione, dove sono comprese le imprese artigiane di  ristorazione senza somministrazione con preparazione di cibi da
asporto e le gelaterie e pasticcerie, e il rimanente 0,7% nelle  bevande, che comprende distillerie e birrifici artigianali.

Tra le province italiane in cui si osserva un maggiore apporto  all'economia del territorio da parte dell'artigianato  dell'alimentazione, bevande e ristorazione ne troviamo due sarde:


Nuoro (1^ nella classifica nazionale) dove l'occupazione  dell'artigianato del food pesa il 5,5% dell'economia provinciale e Sud  Sardegna (4^ nella classifica nazionale) dove l'occupazione  dell'artigianato del food pesa il 4,7% dell'economia provinciale.

Tra le province dove più di un quarto dell'occupazione del settore è  garantita dall'artigianato troviamo in  6^ posizione Nuoro con  l'artigianato che pesa per il 30,9% degli addetti della food economy e  in 8^ posizione Sud Sardegna con il 28,8%.

I numeri chiave della Sardegna  378 milioni di euro di spesa alimentare delle famiglie a dicembre

41 mila addetti nelle MPI della food economy, 10 mila nelle imprese  artigiane sarde

3,4% il peso degli addetti dell’artigianato della food economy  sull’economia territoriale

3.523 imprese artigiane nell'alimentare e bevande  8 prodotti agroalimentari di qualità.

214 prodotti agroalimentari tradizionali sardi.  Si richiama l’importanza conomica e sociale della scelta di prodotti offerti dalle imprese artigiane e MPI locali, con i “nostri”: 10 buoni motivi per comperare un prodotto artigiano

Artigianalità basata sul valore del lavoro

Ascolto del cliente e personalizzazione del prodotto

Alta qualità e territorialità delle materie prime e dei prodotti realizzati

Cultura secolare della produzione alimentare

Tutela delle tradizioni del territorio

Prodotti ad alta creatività, innovazione e originalità

Prodotti ben fatti, con lavorazioni a regola d’arte

Artigianato focalizzato sulla domanda di prossimità, con una
conoscenza del mercato del locale

Remunerazione del lavoro sul territorio

• Gettito fiscale in Italia necessario per garantire il sistema di welfare