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18 Dicembre 2020

Usa, hackerata l'agenzia per la sicurezza nucleare: i sospetti ricadono sull'intelligence russa

Gli Stati Uniti stanno subendo un maxi-attacco informatico. Intanto, attività sospetta anche nei laboratori nazionali di Los Alamos e Sandia in New Mexico e a Washington

Sembra che il governo Usa sia sotto un massiccio cyber-attacco. La provenienza? Ancora non c’è un colpevole vero e proprio, ma tutto sembra convergere all’intelligence russa. Intanto, Il dipartimento per l'energia e l'amministrazione per la sicurezza nucleare nazionale, che conserva i depositi di armi atomiche statunitensi, è riuscito a dimostrare che gli hacker hanno violato i loro network, in quella che pare essere una più vasta operazione di spionaggio che ha colpito almeno un’altra mezza dozzina di agenzie federali. Ma non solo. Secondo Politico, sono state individuate altre attività sospette anche nei laboratori del New Mexico, in particolare quelli di Los Alamos e Sandia, così come a Washington.

Gli Usa non hanno ancora accusato un attore particolare per il grosso hackeraggio, ma gli esperti di cyber-sicurezza sono pronti a puntare il dito contro l’intelligence russa. Nonostante non si sappia ancora se i pirati informatici siano riusciti ad accedere e/o rubare dati, è certo invece che si tratti dell'attacco hacker più sofisticato subito dagli americani negli ultimi anni. Anche perché, gli hacker sono riusciti sicuramente ad accedere alle e-mail di importanti dipartimenti dell'amministrazione.

Intanto l’Agenzia Usa per la sicurezza informatica lancia l’allarme: “Il maxi-attacco hacker contro le istituzioni americane rappresenta un grave rischio per il governo, le infrastrutture critiche e il settore privato”.

Secondo la CISA, Cybersecurity and Infrastructure Security Agency, per l’hackeraggio sono state utilizzate “tattiche, tecniche e procedure che non sono ancora state scoperte”. La stessa agenzia, inoltre, sottolinea come la vulnerabilità del software SolarWinds Orion, evidenziata in questo attacco, non è l'unico modo in cui gli hacker hanno compromesso tante reti online.

Nel frattempo, aumenta l'elenco delle agenzie federali e delle società private colpite. Microsoft, ad esempio, ha identificato più di 40 dei suoi clienti in tutto il mondo. L’80% è negli Stati Uniti, mentre il resto in altri Paesi come Canada, Messico, ma anche Spagna e Gran Bretagna. Il presidente della compagnia, Brad Smith, ha affermato: “È certo che il numero e l'ubicazione delle vittime continueranno a crescere”. Un po’ come dire, nessuno è al sicuro.

 

@Roberto Piras