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16 Dicembre 2020

Comunità Mariposa, un anno di accoglienza

Inaugurata alla fine del 2019 a Villanovaforru, la struttura residenziale accoglie mamme in difficoltà e i loro bambini

Festeggia un anno di vita e di intensa attività, la Comunità Mariposa, struttura residenziale di tutela sociale e sostegno alla genitorialità inaugurata alla fine del 2019 da Solidarietà Consorzio nel comune di Villanovaforru.

La struttura, che può ospitare nuclei provenienti dall’intero territorio regionale, è nata in risposta ad esigenze provenienti dal territorio, per offrire un servizio di accoglienza e sostegno a gestanti, anche minorenni, e madri con figli minori, fino ai 14 anni, che vivono situazioni di difficoltà e fragilità. La comunità può anche ospitare temporaneamente sia i bambini lasciati dalle madri che hanno interrotto il progetto di accoglienza in Comunità, sia le madri i cui figli sono posti in affidamento familiare o per i quali sono state individuate altre soluzioni.

LA MISSION DELLA STRUTTURA. L’accoglienza fornita dalla Comunità Mariposa non si traduce semplicemente nel fornire vitto e alloggio. Punta piuttosto a rendere l’ospite protagonista di un progetto educativo personalizzato, condiviso con i Servizi Sociali invianti e le risorse territoriali, che l’accompagni verso percorsi di autonomia, professionale e personale. La prima si realizza attraverso il coinvolgimento diretto delle ospiti nella gestione delle attività e degli spazi della comunità o mediante l’attivazione di tirocini e percorsi formativi professionalizzanti rivolti all’inclusione sociale e, in caso di madri straniere, la frequentazione di corsi di italiano e della scuola.

La seconda, ancora più delicata, include una serie di azioni di supporto alla genitorialità, che mettano la madre nelle condizioni di essere ascoltata e sostenuta per valorizzare e potenziare le sue risorse affettive e relazionali e superare le difficoltà esistenti

Un percorso lungo e complesso, dove l’ascolto va di pari passo con un costante lavoro di supporto, in un clima di cura e di attenzione al benessere psico-fisico di ogni singola ospite che viene sostenuta nel prendersi cura dei propri figli e a costruire o ristabilire con loro un legame stabile, a conciliare il tempo familiare e quello lavorativo, a cercare soluzioni abitative idonee, e, più in generale, viene aiutata a riprendere in mano la propria vita.

 

LA PRESA IN CARICO. Questa avviene a seguito delle richieste di inserimento in Comunità provenienti dai servizi sociali del territorio regionale, anche su istanza del Tribunale per i Minorenni e servizi giudiziari connessi. Il percorso di accoglienza residenziale si concretizza grazie ad approfondimenti, tramite incontri e colloqui, tra la Coordinatrice della Comunità e i referenti degli enti invianti.

Durante gli incontri, la Coordinatrice acquisisce tutte le informazioni sull’ospite e il nucleo familiare, si stabiliscono le linee educative che vengono poi condivise con l’équipe. Nel caso in cui il riscontro sia positivo, si procede incontrando la donna e/o il nucleo e le si prospetta la possibilità di realizzare insieme un percorso, le vengono descritti la struttura, il suo funzionamento, le sue regole.

 

L’INSERIMENTO IN COMUNITÀ. Una volta accolte nella struttura, le madri e i loro bambini vengono seguiti da un’équipe educativa multidisciplinare, formata prevalentemente da personale educativo. E’ presente una Coordinatrice psicologa, che cura la gestione e l’organizzazione della Comunità. Il loro è un lavoro di squadra, oggetto di un attento monitoraggio. Mensilmente infatti la supervisione di un professionista esterno permette di individuare una linea educativa comune e condivisa tra gli operatori coinvolti.

Particolare attenzione viene posta alla realizzazione del progetto educativo personalizzato stabilito con i servizi invianti. Perché questo si possa realizzare, è importante creare il contesto adatto cioè un clima familiare sereno e accogliente, caratterizzato da momenti di ascolto e supporto alle donne nel loro percorso di crescita e superamento delle difficoltà tramite la presenza costante del personale educativo loro punto di riferimento.

I NUMERI DELL’ACCOGLIENZA. Attualmente, la Comunità Mariposa ospita 3 donne e 5 bambini, ma può arrivare ad accogliere fino ad un massimo di 8 donne gestanti e madri con minori, con un limite di 15 persone accolte contemporaneamente. Questo tipo di accoglienza si caratterizza per la piccola dimensione che consente di vivere in un ambiente intimo e familiare.

La permanenza dei nuclei all’interno della Comunità è variabile e dipende dal progetto personalizzato e dall’ obiettivo prevalente, cioè il raggiungimento di una reale autonomia personale e lavorativa tale da consentirne l’ uscita.

LA STRUTTURA. Anche gli spazi della comunità rispecchiano la volontà di ricreare un ambiente familiare, dove le madri e i bambini si sentano accolte e possano vivere la quotidianità nella massima serenità. E’ presente uno spazio gioco dedicato ai piccoli, dove si svolgono attività ludiche anche con il coinvolgimento delle madri. Anche la cucina è uno spazio vissuto e condiviso da tutte le ospiti che gestiscono alternandosi la preparazione dei pasti anche attraverso dei veri e propri laboratori di cucina in cui vengono proposti anche piatti provenienti dal proprio paese o tradizione d’origine. Anche nella scelta degli arredi, dei materiali di costruzione e degli accessori, si è posta particolare cura nel restituire una dimensione intima e accogliente.

Ai due piani di caseggiato, si uniscono ampi spazi esterni in parte arredati con giochi, per consentire agli ospiti di vivere momenti di svago, attività ludica e socializzazione all’aria aperta.

 

LAURA MANCA, PRESIDENTE SOLIDARIETÀ CONSORZIO.

“La Comunità Mariposa, che da un anno accoglie mamme con bambini, è un progetto che Solidarietà Consorzio ha intrapreso per rispondere all’esigenza del territorio regionale di interventi di sostegno alla genitorialità al femminile. In questo tipo di comunità si realizzano due azioni fondamentali: il supporto alle madri, in un percorso verso l’autonomia, che le aiuti a riprendere in mano la vita; e contemporaneamente il lavoro sulle relazioni genitoriali, che spesso nelle vite di persone con tante vicissitudini diventa complicato. Un’équipe di sostegno e cura le accompagna in questo percorso di crescita personale e relazionale con i propri bambini. L’obiettivo si ritiene raggiunto quando le mamme hanno completato il percorso di autonomia e possono uscire dalla struttura”.