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30 Novembre 2020

Coldiretti: sale conto nubifragi nei campi, milioni di danni

Coldiretti: sale conto nubifragi nei campi, milioni di danni. Onda di fango su coltivazioni, macchinari e stalle con pecore appena nate

Sale il conto dei danni dei nubifragi nelle campagne con milioni di euro di danni a coltivazioni, stalle, greggi, strade e ponti rurali, con il lavoro di un intero anno andato perduto nelle aziende agricole. E’ quanto emerge dal primo bilancio effettuato dalla Coldiretti sugli effetti dell’ultima ondata di maltempo che ha investito la Penisola a macchia di leopardo dalla Sardegna alla Sicilia fino alla Puglia dove è corsa con il tempo per salvare animali e raccolti.

 

In Sardegna, dove ha perso la vita un allevatore della Coldiretti, nella zona di Nuoro Ogliastra con l’epicentro nel comune di Bitti l’onda di fango ha sommerso campi di grano già seminati e macchinari agricoli, ha distrutto strade rurali e ponti isolando gli ovili, in molte aziende è stata interrotta la corrente elettrica per una intera giornata rendendo inservibili i pozzi per l’acqua e le mungitrici – sottolinea la Coldiretti – sono andate perse le scorte di foraggio e mangime mentre lo tsunami di melma ha invaso le stalle con le pecorelle appena nate, allagando capannoni e fienili, mentre una grandinata si è abbattuta sugli agrumeti di Castiadas. La bomba d’acqua ha colpito anche in Puglia nell’area di Laterza nel Tarantino creando un’onda di detriti e fango su coltivazioni di grano appena seminato spiega la Coldiretti impegnata con i suoi tecnici ad assistere le aziende colpite.

 

Lungo tutta la Penisola si sono verificati in Italia da inizio anno in media quattro nubifragi al giorno tra grandinate, tornado, tempeste di fulmini e bombe d’acqua che hanno provocato frane, esondazioni, gravissimi danni nelle città e nelle campagne ma soprattutto decine di vittime secondo una analisi della Coldiretti su dati dell’European Severe Weather Database (Eswd). Il moltiplicarsi di eventi estremi – continua la Coldiretti – è la conseguenza dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo che costa oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti.

Lo scenario di rischio vede salire a 7275 i comuni italiani – sottolinea la Coldiretti – con parte del territorio in pericolo di dissesto idrogeologico, il 91,3% del totale nazionale sulla base dei dati Ispra. Il risultato è che – continua la Coldiretti – sono 7 milioni gli italiani che vivono in aree a rischio frane, alluvioni ed esondazioni di fiumi in una situazione di incertezza determinata dall’andamento meteorologico che condiziona la vita e il lavoro. A questa situazione – evidenzia la Coldiretti – non è certamente estraneo il fatto che il territorio è stato reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono che negli ultimi 25 anni ha fatto sparire oltre ¼ della terra coltivata (-28%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari.

Il maltempo si abbatte improvvisamente – conclude la Coldiretti – in un 2020 che si classifica fino ad ora come il quinto più bollente mai registrato in Italia dal 1800, con una temperatura di quasi un grado (+0,91 gradi) più elevata della media storica secondo una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr relativi ai primi dieci mesi dell’anno.

E’ cominciata la conta dei danni nelle campagne che piangono la perdita dell’allevatore Ilario Giuseppe Mannu di Bitti.

L’agricoltura paga un tributo pesante in termini di perdite e disagi. Ancora una volta la furia dell’acqua ha inondato i campi dalla Baronia al basso Oristanese, dal Medio Campidano all’Ogliastra e Sarrabus. La situazione più critica tra Nuorese e Baronia dove da ieri mattina si vive in piena emergenza e si sta lavorando per mettere in sicurezza gli animali, in particolare le pecore che in questi giorni stanno figliando.

Bitti, Lula, Dorgali, Oliena, Nuoro, Valle del Cedrino (Galtelli, Irgoli, Onifai, Loculi, Orosei), oltre a Torpè, Siniscola e Posada sono i territorio più colpiti.

Dal monitoraggio effettuato da Coldiretti Nuoro Ogliastra “i danni sono davvero ingenti – spiega il presidente provinciale Leonardo Salis - ci sono tantissime strade rurali e ponti distrutti che hanno isolato gli ovili. Molte aziende sono rimaste senza corrente elettrica, non possono utilizzare le mungitrici e sono senza acqua non potendo utilizzare i pozzi. Ettari ed ettari di erbai dilavati. Scorte di foraggio e mangime bagnate, stalle allagate in alcune delle quali c’erano le pecore figliate. Cosi come sono state invase dall’acqua altre strutture e mezzi agricoli.”.

La furia dell’acqua non ha risparmiato neppure le campagne dell’Ogliastra e del basso oristanese “in particolare il terralbese – dice il presidente di Coldiretti Oristano Giovanni Murru dove ci sono diversi campi allagati: i terreni non sono riusciti ad assorbire l’ingente quantità di acqua caduta in un arco temporale ristretto”.

Anche nel triangolo tra Villacidro, San Gavino, Guspini e Gonnosfanadiga “ci hanno segnalato campi dilavati ed allagamento di capannoni e fienili per via dello straripamento dei fiumi – racconta il presidente provinciale di Coldiretti Cagliari Giorgio Demurtas -. Mentre Castiadas è stata colpita da una grandinata le cui conseguenze si potranno conoscere nei prossimi giorni”.

Meno colpito il Nord Sardegna dove qualche perdita c’è stata nel Goceano, in Gallura e nella Valle del Coghinas con allagamento di qualche campo di carciofi.

“Il primissimo e approssimativo bilancio è già molto pesante – commenta il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Quella più grave e incommensurabile è la perdita delle vite umane. I primi rilevamenti avuti dal nostro monitoraggio ci dicono che ancora una volta la campagna paga uno dei tributi più pesanti. Bilancio di danni che sappiamo essere destinato a salire. In questo momento allevatori e agricoltori sono concentrati a limitare i danni e mettere in sicurezza le aziende. Nei prossimi giorni avremo un quadro più preciso che sappiamo già essere molto più pesante