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23 Novembre 2020

I viaggiatori di Bruno Catalano

Sono i viaggitori quelli al Porto di Marsiglia, che si fondono con il mare, con la terra, con l'infinito o dalla bella Venezia

A Marsiglia così come a Venezia e non solo,  guardando il mare   si ha proprio l'idea e la sensazione dell'infinito. Uomini e donne abbracciano e si fondono con lo spazio senza tempo e senza barriere. Le statue di Bruno Catalano, si confondono con i passanti, sono immobili ma il senso del movimento e della libertà sono palpabili.  

Una valigia, un uomo, una donna, un viaggio volontario verso un orizzonte che abbracciamo e che vorremmo fosse infinito.  Il viaggiatore di Bruno Catalano è  lasciato a se stesso, un uomo proiettato nell'infinità del tempo e dello spazio. La sua casa non è altro che una valigia e il suo essere, a poco a poco, verrà spogliato di tutto ciò che credeva essenziale, di tutto il suo ego così abilmente costruito dalle nostre società. Non è più l'uomo di un mondo, ma l'uomo del mondo, ancora intriso della sua cultura ma diventato fragile di fronte all'immensità. La sua ricerca non sarà priva di danni. Uomo deframmentato, destabilizzato, spogliato dei suoi cuscinetti, cammina verso la sua salvezza tanto quanto verso la sua perdita. Ora tutto dovrà essere reinventato. Questo viaggiatore scappa da solo, per incontrare la sua terra sconosciuta.

 

 

Scultore artigiano, come si definisce, Bruno Catalano inizia la sua carriera nel 1990.

Il tema universale del viaggio lo ha sempre ispirato. Fin dai suoi primi lavori con l'argilla, dalle sue mani sono nati centinaia di viaggiatori. I principali motori della sua creazione sono l'esilio e il distacco. Esprime l'idea di un'umanità nomade, orgogliosa della sfortuna, alla continua ricerca di un domani migliore.

I suoi uomini cenciosi, che marciano contro le avversità, portando valigie che sembrano contenere il mondo, i suoi personaggi in movimento, con i buchi, toccano sia i novizi che i più iniziati. Con questo concetto cerca di rivolgersi agli uomini di oggi qualunque sia la loro età, spinti da questo bisogno di fuga, persuasi a trovare altrove la felicità che non sono riusciti a raggiungere.

“Nel mio lavoro cerco sempre il movimento e l'espressione dei sentimenti, porto forma e cera dall'inerzia per portarli in vita. Venendo io stesso dal Marocco, ho portato queste valigie piene di ricordi che rappresento così spesso. Non contengono solo immagini ma anche esperienze, desideri: le mie radici nel movimento ".

 

 

Nato in Marocco nel 1960, di origini multiple e mediterranee, Bruno Catalano e la sua famiglia furono costretti all'esilio nel 1975. Atterrati a Marsiglia con la speranza di una nuova vita, ricorda il dolore di essere stato sradicato. Divenuto marinaio a 18 anni, poi elettricista, ha conosciuto l'arte e la scultura su argilla a 30 anni, attraverso artisti come Rodin, Giacometti, César. Decide quindi di dedicarvi la sua esistenza.

Notato per la prima volta nel 2005 in una fiera d'arte contemporanea da un gallerista parigino, evolve dall'argilla al bronzo e scolpisce personaggi sempre più alti, raggiungendo così importanti imprese tecniche. Oggi i Voyageurs fanno parte delle più prestigiose collezioni private, e sono regolarmente oggetto di mostre in tutto il mondo.

 

 

Il lavoro di Bruno Catalano è rappresentato dalle gallerie Bartoux di Parigi, New York,Singapore, Cannes, Saint-Paul de Vence. www.galeriebartoux.com, la galleria Médicis di Parigi www.galeriedemedicis.com e la galleria Ravagnan di Venezia www.ravagnangallery.com

Se volete farvi un regalo particolare, originale allora nel sito di Bruno Catalano trovate anche la sue sculture in vendita