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18 Novembre 2020

L’università di Cagliari aderisce alla settimana Europea per la riduzione dei rifiuti

L’università di Cagliari aderisce alla settimana Europea per la riduzione dei rifiuti: in tutto l’ateneo stop alla plastica. Installati distributori di cibi e bevande Plastic free e sei fontanelle di acqua potabile

Si è recentemente conclusa la gara d’appalto per l’installazione di distributori di cibi e bevande “plastic free” in tutte le strutture dell’Università di Cagliari, ed è stata completata l’installazione di fontanelle di acqua potabile in tutte le facoltà. Anche in questo modo l’Ateneo del capoluogo sardo aderisce all'edizione 2020 della Settimana Europea per la riduzione dei rifiuti, che si svolgerà dal 21 al 29 novembre.

L’impegno deriva dall'accordo #StopSingleUsePlastic siglato da diverse università italiane con Marevivo e Conisma (il Consorzio interuniversitario per le scienze marine) per ridurre l'utilizzo della plastica monouso fino alla sua totale eliminazione.

L’installazione dei distributori “plastic free” permetterà a tutti coloro che frequentano gli spazi dell’Università (e soprattutto li frequenteranno, quando la pandemia sarà terminata) di utilizzare contenitori e imballaggi compostabili, eliminando in questo modo il più possibile la plastica.

Sei le fontanelle di acqua potabile installate nelle strutture dell’Ateneo: due nella facoltà di Ingegneria e Architettura, tre nella facoltà di Studi Umanistici (due nel polo di Sa Duchessa e una nel Campus Aresu di via San Giorgio) e una nella facoltà di Scienze Economiche, Giuridiche e Politiche in viale Sant’Ignazio. Infine, il Rettore Maria Del Zompo e il Senato accademico hanno invitato i dipartimenti e le facoltà a evitare – durante le riunioni in presenza - i contenitori e gli imballaggi di plastica e a sostituirli con materiali sostenibili.

L’Università di Cagliari aderisce al sistema territoriale di raccolta dei rifiuti con i Comuni di Cagliari e Monserrato, contribuendo all'importante risultato di raccolta differenziata superiore al 70%, inoltre il secco residuo è destinato alla termovalorizzazione e non alla discarica.