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26 Ottobre 2020

Gli chef stellati si schierano, tutti uniti, contro l'ultimo DPCM del Governo

A guidare la cosiddetta "protesta delle padelle" ci sono anche volti noti, come Antonino Cannavacciuolo, Davide Oldani, Max Mascia e Ciccio Sultano.

I ristoratori, i camerieri e gli chef stellati sono tutti dalla stessa parte della barricata. Da Max Mascia ad Antonino Cannavacciuolo, da Massimo Bottura a Davide Oldani, da Andrea Berton a Ciccio Sultano e Cristina Bowerman: tutti uniti in una protesta comune contro l'ultimo decreto firmato dal premier Giuseppe Conte.

Ciò che non piace al settore della ristorazione sono, evidentemente, le nuove misure che impongono le chiusure dei locali alle 18.

"Ci penalizzano per negligenze altrui” – sostiene lo chef stellato Massimo Bottura, titolare dell'Osteria Francescana di Modena – "i ristoratori che hanno rispettato le regole avrebbero il diritto di lavorare, per i ristoranti la cena è fondamentale, quindi se ci dicono di chiudere alle 18 è come imporci di chiudere e basta", gli fa eco Max Mascia, chef del ristorante San Domenico di Imola e presidente della Nazionale Italiana Chef; e si fa sentire anche Cristina Bowerman, responsabile dell'Hostaria di Roma: "Non contesterei mai alcuna normativa che sia a tutela della salute pubblica ma quello che contesto è l’incapacità del nostro governo di prevedere una seconda ondata".

"Noi rispetteremo le regole, naturalmente, ma così diventa davvero difficile per tutti: farci chiudere alle 18 è inammissibile", sostengono tutti, all'unisono.

Una protesta, questa, che non conosce latitudini: per una volta si è tutti uniti, da Nord a Sud.

"Sono senza parole” – scrive sul suo profilo Instagram Ciccio Sultano, titolare del ristorante Duomo di Ragusa – “se dobbiamo chiudere alle 18 tanto vale aprire solo per il pranzo o non aprire proprio".

Dello stesso parere anche un'altra colonna portante della cucina italiana, Antonino Cannavacciuolo, che gestisce il Villa Crespi, ad Orta San Giulio (Novara): "abbiamo fatto tutto per riaprire in sicurezza” – ha dichiarato in un’intervista esclusiva rilasciata al mensile di cucina Cook – “ora rischiamo di dover chiudere un’altra volta. Per l’impegno che ci abbiamo messo non ce lo meritiamo".

Davide Oldani, chef del D'O di Cornaredo, la pensa esattamente allo stesso modo: "la salute pubblica, quella dei clienti e dei nostri collaboratori ha la priorità; noi seguiamo le regole ma questo è un colpo pesante per noi ristoratori", – ha sottolineato al mensile del Corriere della Sera Cook.

Insomma, il mantra dei lavoratori della ristorazione è sempre il solito: non si può chiudere e basta, ci vogliono aiuti.

Se non ci permettono di lavorare, ci devono aiutare”, sostiene Max Mascia, che aggiunge anche che “per molti locali, le misure restrittive di questo nuovo DPCM potrebbero rappresentare un macigno insormontabile: forse una vera pietra tombale”. 

 

@Mattia Porcu