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16 Ottobre 2020

“Lediesis” si raccontano a Radio Sintony

Quattro chiacchiere con le street artists più celebri del momento nel panorama italiano.

Giovani, intraprendenti, ed ironiche come solo le fiorentine riescono ad essere, le Lediesis - la coppia (anonima) di street artists più famosa, in questo momento, nel nostro Paese - si sono definitivamente imposte nel panorama artistico italiano, grazie anche alla loro ultima opera raffigurante Vanessa Incontrada in versione “super woman”, veicolando un altro importante messaggio il body positivity. 

 

 

Sono balzate agli onori della cronaca dopo aver riempito gran parte dello Stivale di donne iconiche scelte, tutt'altro che casualmente, per aver lasciato in eredità pensieri ed esempi che è giusto ricordare e condividere: da Anna Magnani a Eva Kant, da Sora Lella a Barbie, arrivando sino a Vanessa Incontrada, l'ultima Super Woman che hanno scelto.

Le loro opere sono, oramai, diventate iconiche: tutte vengono raffigurate con la “S” di SuperWoman sul petto, giocando sul ribaltamento dei ruoli, e con l’occhiolino, come per rappresentare un senso di complicità con chi la guarda.

Nonostante l'anonimato, e il loro essere schive, siamo riusciti a raggiungerle via mail e a porre loro qualche domanda.

Ci hanno raccontato chi sono e cosa significa, per loro, la street art.

 


Per i pochi che ancora non vi conoscono: chi sono le “Lediesis” e cosa fanno?
Siamo una coppia di street artists. Siamo fiorentine ma operiamo in diverse città italiane: Roma, Napoli, Firenze,  Venezia, Milano, Bari, Bologna.... Siamo balzate agli onori della cronaca nazionale per aver creato 8 Superwomen in occasione dell'8 marzo, il murales di Giovanna Botteri e ultimamente quello che omaggia Vanessa Incontrada. Inoltre abbiamo partecipato a diverse collettive, siamo reduci dalla nostra prima personale al Museo Archeologico Nsazionale di Napoli e sta per essere inaugurata la nostra mostra a Firenze. Molte delle figure che rappresentiamo con una S fiammeggiante sul petto sono artiste, come Alda Merini, Maria Callas, Marina Abramović, Frida Kahlo, altre sono scienziate, altre donne che con la loro vita hanno cambiato la storia.

 


Anche se bon ton vuole che non si chieda l’età alle signore, posso chiedervela lo stesso?
Chiedere è lecito, rispondere è cortesia! Siamo anonime, come facciamo a dirti l'età? :)

Nel mondo dell’arte è diventato quasi un cliché quello di non rivelare la propria identità. Voi perché avete scelto l’anonimato? C’è un motivo in particolare?
In un mondo in cui c'è la smania di protagonismo, ci piace essere invisibili. E' questo il nostro superpotere!

Come mai questo nome?
La scelta del nome che usa l’hashtag gioca sia sul linguaggio social sia su quello musicale. Inoltre già nel pronunciare Lediesis (ladies) è chiaro che si vuole rendere omaggio a delle grandi signore, ma anche a tutte sisters, le sorelle.

 



Com’è nata l’idea di creare un collettivo di street art e di sbarcare sui social? Cosa vi ha spinto ad iniziare?
L'idea di Lediesis è nata quasi per scherzo l'anno scorso mentre eravamo in visita ad Arte Fiera a Bologna. Abbiamo fatto percorsi diversi, una di noi viene da studi artistici, l'altra ha sempre orbitato nel mondo dell'arte e della comunicazione, ma essendo due amiche siamo riuscite a far convergere le nostre intenzioni nel progetto delle Superwomen. Che via via ha preso sempre più consistenza e noi sempre più consapevolezza a mano a mano che la nostra ricerca interiore va in profondità, anche nella scelta di personaggi che, in un dato momento storico, con il loro comportamento aiutano a far riflettere.

 

 

Vi aspettavate un successo simile?
Assolutamente no, è nato tutto istintivamente e così continuiamo a lavorare. Senza aspettative. E' l'universo che lavora per noi!


Le vostre sono tutte donne illustri, tutte delle “superwoman”: si spazia da Madre Teresa a Barbie, a Rita Levi Montalcini, e ognuna di loro è accompagnata da un messaggio.
Chi sono, per voi, le donne “super” di questo tempo?

Ogni personaggio che scegliamo in quel preciso momento per noi ha davvero un superpotere, qualcosa di speciale che può essere d'esempio a tutti oppure è testimone di un messaggio che riteniamo giusto condividere ed amplificare.

 



Qual è il vostro messaggio? E qual è, per voi, l’obiettivo da raggiungere?
Quello che ci muove è arrivare al cuore della gente, provocare emozioni. In nostro sogno è quello di cambiare la visione del mondo e delle menti attraverso l'arte. In quello che facciamo in realtà non seguiamo mai una scelta pensata, ma guidata dall'istinto. La nostra ricerca di cambiamento si riflette nella pittura e nella scelta dei personaggi che decidiamo di dipingere: donne libere e illuminate che danno un messaggio positivo, di crescita individuale che si riflette anche sulla crescita spirituale della società. Per questo sono rappresentate con la S di Superman e strizzano l'occhio al passante in gesto complice: perché ognuno possa riflettere e scoprire i propri superpoteri.

A chi vi rivolgete? Sperate di far breccia nei giovani dei social o in un pubblico più maturo, magari interessato all’arte?
Come ogni artista vorremmo che il nostro messaggio fosse universale, ma sappiamo che anche se quello che creiamo è assolutamente pop smuove sensibiltà sottili che chi sta lavorando sulla propria consapevolezza riesce a percepire in maniera più forte.

Qual è il pubblico, a vostro avviso, che ha bisogno di essere più sensibilizzato?
Non c'è un parametro o un'età. Possiamo non essere coscienti del nostro essere a qualsiasi età.
 

 

In periodo di Covid, specialmente durante il lockdown, l’arte ha avuto sicuramente un ruolo importante nella società. Pensate che i giovani, a causa della pandemia, si siano avvicinati di più a questo mondo?
Per noi il lockdown è stato un momento molto creativo. Il doverci fermare ci ha fatto sentire molto più libere perché non avevamo gli obblighi della quotidianità. Per risponderti crediamo che i giovani siano molto creativi e che apprezzino l'arte a prescindere da quello che è accaduto.
La riflessione forse deve piuttosto interessare l'arte, che oggi non può prescindere da funzioni civile, divulgative, educative.
 

 

Ultima domanda: c’è qualche progetto in cantiere che ci potete anticipare?
Dal 22 ottobre al 5 novembre grazie alla collaborazione con il Comune di Firenze, il Florence Queer Festival e il Festival dei Diritti, le nostre Superwomen saranno esposte in una location pazzesca: il Semiottagono delle Murate, un tempo spazio deputato a carcere, nel cuore del centro storico della città. Contemporaneamente siamo in una collettiva a Roma alla Casa delle donne Lucha y Siesta e a gennaio sbarcheremo a Venezia. Ovviamente saremo anche in giro con le nostre incursioni urbane..(Covid permettendo...)
Non è dove esponi che è importante, ma il contenuto che proponi e come lo proponi. Per noi è importante attaccare per strada ma anche esporre in un museo per far conoscere la street art anche dove non te l'aspetti, cercando di creare un allestimento fresco che non snaturi il lavoro che fai in strada.

foto @

 

 

@Mattia Porcu