Si stima che i giganti del web, nonostante i loro fatturati siano da 12 zeri, negli ultimi cinque anni abbiano ottenuto un risparmio fiscale di oltre 46 miliardi.
Un risparmio del genere è stato ottenuto grazie alla tassazione in Paesi che hanno una fiscalità agevolata, come l'Irlanda e Singapore; ma non solo: Microsoft, Alphabet (Google) e Facebook – che hanno risparmiato, rispettivamente, 14,3, 11,6 e 7,5 miliardi, hanno sfruttato anche il fisco di Usa e Cina, evidentemente più favorevole di altri Paesi.
Tra il 2015 e il 2019 hanno, inoltre, più che raddoppiato il loro guadagno: la ricerca di MedioBanca parla di una crescita dieci volte superiore rispetto a quella delle grandi aziende manifatturiere.
Solo nel 2019 il fatturato dei primi 25 colossi ha toccato la cifra record di 1.014 miliardi, ma il mercato è sempre più concentrato e dominato da americani e cinesi.
Inoltre, i primi tre, Amazon, Alphabet (holding che controlla Google) e Microsoft, hanno fatto circa la metà dei ricavi, con il colosso di Jeff Bezos che, da solo, conta un quarto del fatturato totale con i suoi 249,7 miliardi.
Ma non sono solo gli introiti ad aumentare. Crescono anche forza lavoro e, soprattutto, il valore di Borsa delle società: nell'ultimo anno un grande aiuto è arrivato anche dall'emergenza coronavirus.
Ma i colossi digitali fanno ottimi affari anche in Italia: si è calcolato che nel 2019 abbiano avuto un business complessivo da 3,3 miliardi di euro pagando al fisco, però, solamente 70 milioni di euro.
Nel nostro Paese, i giganti digitali operano tramite società controllate attive, per la maggior parte, al Nord, nelle province di Milano e Monza.
A parte i 70 milioni versati al fisco, però, c'è un'importante fetta di business che non viene tassato: Amazon, solo per citarne uno, conta ben nove società italiane e due succursali delle sue società lussemburghesi (paese definito un paradiso fiscale europeo, a causa della sua fiscalità a dir poco agevolata).
Se si considera il fatturato totale generato dal colosso Amazon, in Italia si arriva a 4,5 miliardi euro: ma, consultando i bilanci disponibili delle nove società italiane controllate, l'Area Studi di Mediobanca è riuscita a mappare solamente un giro d'affari pari a 1,1 miliardi di euro.
@Mattia Porcu