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7 Ottobre 2020

I nuraghi puntano a diventare patrimonio Unesco

Le caratteristiche strutture nostrane, risalenti all’epoca nuragica, provano ad entrare nella prestigiosa lista: l’istanza di inserimento è stata depositata.

Non solo mare mozzafiato, spiagge da sogno, e panorami da cartolina: la Sardegna è anche Domus de Janas, nuraghi, tombe dei giganti, menhir - noti anche come “perdas fittas”, ovverosia pietre conficcate. 

Queste testimonianze architettoniche, infatti, si estendono per ben 24 mila chilometri quadrati: ben presto, questo tesoro sconfinato ed inestimabile potrebbe entrare a far parte dei patrimoni dell'umanità riconosciuti dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura. 

È stata, pertanto, presentata l'istanza per l'inserimento nella "tentative list" dei beni richiedenti la nomina quale Patrimonio culturale dell'Umanità: le probabilità di vittoria sono buone, in quanto il potenziale di attrattività nel Mediterraneo è comparabile solo con le piramidi egizie. 

"L'idea dell'inclusione nasce dalla presa di coscienza dell'importanza che negli ultimi decenni i monumenti nuragici hanno assunto per i sardi, quali segni fondamentali della loro identità", ha dichiarato il referente per l’istanza Michele Cossa, consigliere regionale dei Riformatori, e spiega che "questa sfida, in un momento storico come quello attuale, rappresenta un'occasione unica che la Sardegna". 

Al momento, comunque, il complesso archeologico di Su Nuraxi, a Barumini, è l'unico bene culturale sardo iscritto nella lista dei patrimoni Unesco. 

 

@Mattia Porcu