Il 29 luglio è la Giornata mondiale delle tigri, animali affascinanti in grande pericolo di estinzione. Secondo le stime Wwf ne rimangono appena 3200 esemplari allo stato selvaggio e, se le cose non dovessero cambiare, è possibile che la scomparsa avvenga nel giro di pochissimi anni.
Splendido felino ma a rischio. Destinati a circhi e zoo Europei o purtroppo ancora peggio utilizzato dopo essere stato allevato alla medicina orientale. Fino allo scorso secolo al mondo si contavano circa 100mila esemplari oggi il numero di questi bellissimi felini è di circa 3.500 esemplari. Animali forti, nati per essere liberi e muoversi nel loro habitat: foreste asiatiche, nella giungla, dall'Indonesia al Nepal, dalla Malaysia al Bangladesh, dal Buthan alla Thailandia, dalla Siberia all'India e che invece vengono rinchiusi in spazi angusti, domati, drogati per divertire quei pochi che ancora non hanno la sensibilità di dire NO al circo o a quelli "spettacoli" che non hanno motivo di esistere. Questi fieri animali dagli occhi tristi, sono costretti a siparietti ridicoli o a fare «bella» mostra di sè dietro a sbarre. Le tigri così vengono catturate e portate via dal loro mondo per essere allevate e costrette a trasporti disumani, sofferenze e droghe.
Il traffico illegale di questi animali, porta guadagni impensabili basti penare che le ossa vengono vendute attorno ai 900 euro al Chilo. In molti mercati orientali, infatti, resistono ancora ingiustificate credenze sui poteri medicamentosi e miracolosi delle parti di questi animali: una superstizione non più accettabile.
Così si esprime in proposito la LAV – Lega Anti Vivisezione: «il traffico e l’utilizzo di tigri, così come quello degli altri numerosi animali selvatici ed esotici commerciati o trafficati, rappresenta un vero e proprio rischio sanitario per tutti gli abitanti umani e non Europei e del pianeta Terra. Lo stiamo vivendo adesso con il Covid-19 e lo vivremo altre volte in futuro, se l’umanità intera non attua un vero e proprio cambio di prospettiva. Basta quindi alla movimentazione, al commercio, al trasporto, alla ridicolizzazione, quindi all’infinita sofferenza di tutti gli animali, sfruttati per qualsivoglia ragione (circhi, zoo, commercio, traffico, medicina tradizionale, approccio scientista obsoleto, industria alimentare, industria della moda, caccia)!».
Un appello che è diventato anche una petizione già firmata da 56.500 persone e presentata al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
L' appello, è quello di non andare al circo e allo zoo e non utilizzare prodotti fatti con parti animali. A questo proposito la LAV ha redatto il manifesto #noncomeprima contenente proposte per evitare che dopo il Covid si ripercorrano gli stessi errori, stilando una lista di divieti da tenere a mente. Eccoli: