Oggi si festeggia la giornata mondiale delle Emoji. Siamo alla fine degli anni 90 quando Shigetaka Kurita tra il 1998 e 1999 crea le emoji. Il primo set aveva circa 172 simboli pittografici. La parola emoji nasce dall’incastro delle parole giapponesi che significano “immagine” e “carattere scritto”. La popolarità delle emoji è esplosa nel 2015, quando l’Oxford Dictionaries incoronò “emoji” come parola dell’anno e fu sempre nel 2015 che emoji divenne prima nei trending topics su Twitter, ecco perchè si festeggia il 17 luglio la giornata mondiale degli Emoji, World Emoji Day.
Il vero successo arriva poi con gli smartphone e la apple che incrementa le emoji adatte per ogni occasione.
Oggi non si chiamano più “emoticon”, ma “emoji”: Rispetto al passato sono diventate non un complemento al contenuto scritto ma un vero e proprio linguaggio che segna anche i tempi.
Ad oggi le Emoji sono 2.800. per quanto riguarda il social Network Facebook, in Italia l'emoji più usata è quella della faccina che manda il bacio a forma di cuore. Anche in Spagna è la più diffusa. Su Twitter ne vengono condivise 250 milioni ogni giorno.
Whatsapp continua a stupirci con tante nuove emoji in arrivo nel 2020 per quanto ci riguarda è data da un omaggio al modo di gesticolare tricolore che tutto il mondo conosce bene: in arrivo infatti il tipico gesto che noi italiani facciamo per dire “ma cosa vuoi”, con le dita della mano raccolte verso il pollice.
E parlando di emoji speciali, quest'anno in occasione del #MeToo, usato dagli utenti di tutto il mondo la emoji con le mani alzate e unite ha accompagnato i post contro la violenza sessuale. Per il #MarchForOurLives, persone raffigurate vicine che affrontano insieme una minaccia. E ancora #Pride con il simbolo dell’arcobaleno, e in fine l' emoji con la mascherina durante la pandemia. Quest'anno sono arrivate sempre in pieno Covid-19 le le emoji dell' abbraccio su Facebook e il cuore viola e ancora “No justice no peace”, l'emoticon di un pugno alzato che è stato usato per i fatti legati a George Floyd
“Come tutti i dati, molte di queste evidenze possono essere lette in modi diversi – spiegano da Emojipedia – è chiaro che nel mondo reale la nostra normalità è in cambiamento. Se, come e quando i cambiamenti impattino sulle comunicazioni digitali è un fenomeno interessante da monitorare. Per capire per esempio se le nostre vite digitali riflettano quelle reali o funzionino invece da via di fuga da esse è per esempio una considerazione individuale. Nonostante le difficoltà che molti stanno vivendo, però, le emoji positive rimangono al primo posto”.