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5 Luglio 2020

10mila nati in meno a causa del virus

Dati Istat: il lockdown ha acuito le differenze sociali, soprattutto per donne e giovani

Dati Istat: il lockdown ha acuito le differenze sociali, soprattutto per donne e giovani

È quanto conclude l’Istat nel nuovo Rapporto annuale in cui indica che “la rapida caduta della natalità potrebbe subire un'ulteriore accelerazione nel periodo post-Covid”.  Il calo della natalità tra 2020 e 2021

“Recenti simulazioni, che tengono conto del clima di incertezza e paura associato alla pandemia in atto – si legge nel Rapporto - mettono in luce un suo primo effetto nell'immediato futuro: un calo che dovrebbe mantenersi nell'ordine di poco meno di 10mila nati, ripartiti per un terzo nel 2020 e per due terzi nel 2021”.

La prospettiva peraltro peggiora se si considerano le conseguenze del lockdown sull'occupazione. “I nati scenderebbero a circa 426mila nel bilancio finale del corrente anno, per poi ridursi a 396mila, nel caso più sfavorevole, in quello del 2021”, spiega l’Istat.

Donne e giovani i più danneggiati dal lockdown

Nello stesso Rapporto viene messo in evidenza che l'epidemia ha contribuito ad acuire le significative disuguaglianze sociali che da sempre affliggono il nostro Paese, in particolare per i soggetti più fragili: donne e giovani, che più di tutti gli altri hanno risentito dei tagli delle aziende in crisi, della didattica a distanza e del calo della natalità.

Proprio donne e giovani, peraltro, trovano spesso occupazione nel settore dei servizi, fortemente danneggiato dal virus. “Siccome il settore colpito di più in questo momento e meno tutelato dal punto di vista degli ammortizzatori sociali e della cig è quello dei servizi – ha spiegato Linda Laura Sabbadini, direttore centrale per gli studi e la valorizzazione dell'area sociale dell'Istat – a differenza di quel che è accaduto nelle precedenti crisi in cui erano industria e costruzione, ha fatto sì che peggiorasse la situazione delle donne e dei giovani”.