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19 Giugno 2020

Meno sesso durante il Lockdown per gli italiani a dirlo la ricerca Durex

Lo mostra una ricerca di Durex, che ha coinvolto in Italia 500 persone comprese tra i 16 e i 55 anni.

Per tutti, single, conviventi, coppie che non convivono, il lockdown ha segnato un calo dell'attività e del desiderio sessuale. Lo mostra una ricerca di Durex, che ha coinvolto in Italia 500 persone comprese tra i 16 e i 55 anni. Il progetto, in collaborazione con Anlaids, è guidato dal professor Massimo Galli, Direttore del reparto Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, ed è parte della campagna 'Safe is the new normal' di Durex, che vuole sostenere comportamenti sessuali più consapevoli in questa fase in cui siamo tutti più attenti ai rischi di infezioni e contagi.

L’83% degli intervistati ha confessato un calo del desiderio e della pratica sessuale durante il periodo di lockdown. Solo il 23% ha mantenuto un livello di attività sessuale quasi uguale al periodo pre-quarantena. Come mai? Fra le motivazioni indicate dagli intervistati ci sono ansia, paura del contagio, presenza di bambini in casa, interruzione dei movimenti e obbligo di distanziamento sociale.

Il sesso durante il lockdown in Italia - L'infografica di Durex

Il calo del desiderio durante il lockdown

“La pandemia che ha colpito il nostro Paese ci ha costretto per motivi di sicurezza all’isolamento sociale. Questa condizione ha generato degli effetti psico – sessuali a breve e a lungo termine. Sono aumentati i sentimenti di ansia, ossessività, compulsività per il contagio e effetti simil depressivi, si sono drasticamente ridotte le pratiche sessuali - compreso il petting - con i partner occasionali ma anche con il partner stabile", spiega la dott.ssa Sonia De Balzo, sessuologa specialista in psicologia clinica e dello sviluppo dell’Ospedale D. Cotugno di Napoli.

I single sono i più colpiti dagli effetti del lockdown nella sfera sessuale. La ricerca di Durex fa una distinzione tra i single che non hanno alcuna frequentazione e quelli che, invece, hanno un rapporto saltuario che non può però essere definito come relazione. Per i primi vi è stato un crollo drastico dell’attività sessuale, per il 98% degli intervistati. I secondi hanno lamentato qualche difficoltà in meno, con un calo dell’attività sessuale che ha toccato il 93%.

Questi dati sono confermati dal confronto delle abitudini sessuali pre e durante la quarantena. Nella fase di lockdown si sono infatti mantenute stabili le attività sessuali praticabili in autonomia, come la masturbazione (62% prima, 60% durante) e la visione di materiale pornografico (38% prima, 37% durante), mentre sono crollati i baci (63% prima, 8% durante), il sesso vaginale (59% prima, 8% durante), il sesso orale (48% prima, 4% durante) e il sesso anale (21% prima, 4% durante). I rapporti occasionali sono scesi dal 34% al 3%, e l’utilizzo di app di incontri dal 21% pre-lockdown al 6% durante la quarantena.

Il sesso dei single durante il lockdown - Infografica di Durex

Partner non conviventi

Un’altra categoria che ha subito un impatto importante nella sfera sessuale durante il lockdown è quella dei partner non conviventi, costretti a sopportare una prova difficile per il loro amore e inventarsi modi per fare sesso a distanza. Secondo la ricerca Durex, il 95% degli intervistati ha dovuto rinunciare all’attività sessuale nel periodo della quarantena.

Nella fase di lockdown sono rimaste stabili le attività sessuali praticabili in autonomia, come la masturbazione (38% prima, 36% durante), la visione di materiale pornografico (30% prima, 27% durante) e il sesso virtuale in webcam (13% prima, 13% durante). Anche per le coppie rimaste a distanza durante la quarantena è diminuito il sesso vaginale (74% prima, 20% durante), i baci (73% prima, 8% durante) e il sesso orale (56% prima, 9% durante).

 Partner conviventi

Lo scenario è invece molto diverso per quanto riguarda i partner conviventi, che hanno trascorso i mesi di isolamento insieme per tutto il giorno, in molti casi insieme a figli, cercando di evitare crisi e discussioni. Per loro, nel 65% dei casi si è ridotta la propria attività sessuale. In questo caso, però, a differenza delle categorie precedenti dove la diminuzione dell’attività sessuale era legata all’impossibilità di contatto, il calo si è verificato in seguito ad una progressiva diminuzione del desiderio sessuale, come dichiarato dal 62% degli intervistati.

Inoltre, il periodo di quarantena forzata ha avuto, sulle coppie conviventi, un forte impatto sui livelli di soddisfazione sessuale. Nello specifico, dalla ricerca Durex è emerso che la percentuale di soddisfatti della propria attività sessuale è diminuita dal 73% al 58%, mentre gli insoddisfatti sono aumentati dal 17% al 22%, con un restante 10% che è andato ad incrementare il gruppo dei neutrali, passato dal 10% al 20%.

Sul tema sesso e rischio contagio sono intervenute anche alcune autorità statali e locali in questa fase di convivenza con il virus. Hanno sorpreso le linee guida per il sesso della città di New York, con consigli irrituali come “In due ci si fa compagnia, ma in tre (o più) si è già in troppi”. L'Inghilterra ha introdotto per alcuni giorni un sex ban.

“Tutte le grandi epidemie hanno lasciato profonde tracce nella cultura e nei comportamenti umani. È quindi atteso che anche Covid lasci segni profondi. Che poi una malattia trasmissibile per via aerea e per contatto diretto abbia condizionato anche i comportamenti sessuali di questo periodo certamente non stupisce. In un’epidemia come questa, l’altro è stato percepito, se sconosciuto, come pericolo. E se partner abituale non convivente, è diventato a lungo inaccessibile", commenta il professor Massimo Galli, Direttore della terza divisione di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano.

"Un impatto certamente differente rispetto all’AIDS, che ha segnato la ‘cultura sessuale’ dell’ultimo ventennio del secolo scorso, ma la cui influenza è andata attenuandosi nel tempo, almeno nella consapevolezza, nelle attitudini e nei comportamenti delle ultime generazioni", sottolinea Galli.