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6 Giugno 2020

Sembra che i test sierologici saranno vietati in Sardegna!

La notizia de La Nuova Sardegna: bloccati i test sierologici sull'isola

Per una volta la fortuna è stata dalla parte dei sardi!

Come si legge questa mattina su La Nuova Sardegna, notizia oramai divenuta argomento di discussione tra gli operatori sanitari, basta test sierologici sull’isola!

Mentre le regioni della penisola, da nord a sud, cominciano a svolgere a tappetto tamponi e test sierologici per monitorare la diffusione del Coronavirus, sembra che il Presidente Solinas abbia deciso di bandire proprio questi ultimi. Quei controlli che rivelano se il nostro organismo ha contratto il terribile virus anche senza manifestare i sintomi: una verifica per i cosiddetti “asintomatici”.

Nelle settimane in cui il Presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, apre i test sierologici a tutti con un costo a partire da 15€, il Presidente Christian Solinas li vieta: ieri mattina il governatore ha bandito proprio quei test utili a controllare e prevenire il contagio da Covid-19, poiché “c’è il rischio che si generi un carico indotto non appropriato per il sistema pubblico”.

Era già tutto pronto: una cinquantina di laboratori privati stava per offrire ai cittadini di qualsiasi città sarda i controlli sierologici mediante una spesa compresa tra i 30 e 40€. Ma poi la doccia fredda: per la regione Sardegna i test sono “inattendibili”, sebbene il tasso di attendibilità vari dal 99.2 al 99.5%.

Così si legge nella nota firmata da Marcello Tidore (direzione regionale della sanità), diffusa questa mattina dal giornale La Nuova Sardegna: i test anti-corporali possono essere utilizzati per indagini epidemiologiche ma non per la diagnostica.

Quindi possono essere effettuati altrove ma non in Sardegna.

Come tutti ricorderanno, in Italia, l’epicentro della pandemia è stato al nord.

Tutto è partito dalla città di Codogno. Tutto è cominciato in Lombardia, in una regione che, sebbene in questa emergenza si sia rivelata spesso incapace di fronteggiare gli eventi (dall’ospedale Fiera da 21milioni di euro, al caso delle RSA), si annovera tra quelle con la sanità più efficiente, insieme a Emilia-Romagna, Veneto e Toscana. Una classifica in cui la Sardegna si colloca, purtroppo, tra gli ultimi posti.

All’inizio dell’emergenza, quando la quarantena era appena cominciata, la regione Lombardia poteva contare 1067 posti attivati in terapia intensiva (da 861 prima del Covid); la Sardegna, invece, poteva annoverarne solo 244 (da 128 pre-Covid). Di fatto la Sardegna conta di solito 128 posti di terapia intensiva per 1milione640mila abitanti: posti disponibili per lo 0.007% della popolazione. Fortunatamente da oggi tutti liberi!

Stando ai dati della protezione civile, fino ad oggi nell’isola sono stati effettuati 60794 tamponi, con sole 67 persone attualmente positive. Ma se in Lazio la media giornaliera varia da 2 ai 3mila tamponi (per un totale di 268561) e in Emilia-Romagna da 5 a 6mila al giorno (per un totale di 347146), in Sardegna vengono effettuati in media dai 900 ai 1000 tamponi, quando va bene!

Con numeri così bassi, la Sardegna registra solo 67 positivi. Una regione dichiaratamente sicura che può tranquillamente ospitare i turisti provenienti da ogni parte. Passata la moda del tesserino sanitario, i turisti dovranno semplicemente registrarsi sul sito della regione.

I dati parlano chiaro: la Sardegna è una regione da pochi contagi ma anche da pochissimi tamponi effettuati. Una terra che, come dichiarato dal presidente regionale di Assolab Francesco Cogoni, forse ha “timore di stabilire con certezza qual è il livello reale del contagio”.

Ché se dovesse aumentare il numero dei contagi, la Sardegna come potrebbe definirsi Covid-free? Occhio non vede, cuore non duole.

@Grazia Enerina Pisano