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2 Giugno 2020

L’America brucia ancora: coprifuoco in 16 stati e 40 città

Nonostante l’arresto dell’agente Derek Chauvin che rischia fino a 25 anni e il nuovo esito dell’autopsia, le rivolte non si placano

Caserme avvolte dalle fiamme, vetrine delle multinazionali in frantumi, scontri tra manifestanti e forze dell’ordine: questo è il nuovo volto degli Stati Uniti degli ultimi giorni.

Dall’uccisione dell’afroamericano George Floyd, avvenuto il 25 maggio a Minneapolis (Minnesota) per mano dell’agente Derek Chauvin, le proteste infiammano l’intero paese. Dopo l’ennesimo omicidio a sfondo razziale, l’America ha cominciato ad ardere e a distanza di una settimana le proteste continuano più violente che mai: da Los Angeles ad Atlanta, il coprifuoco è stato imposto in 16 stati e 40 città.

Nonostante l’arresto dell’agente Derek Chauvin che rischia fino a 25 anni e il nuovo esito dell’autopsia, le rivolte non si placano. Da giovedì scorso negli States è quasi guerra civile.

Il video virale dell’arresto dell’afroamericano, l’inizio delle proteste, l’esito della nuova autopsia in contrasto con quella ufficiale che accerta la morte per asfissia, l’arresto dell’agente assassino e sua moglie che ne prende le distanze e chiede il divorzio, le città americane a ferro e fuoco: questo accade nella più grande democrazia occidentale. Questa è l’America dell’ultima settimana. Questa è l’America che risponde con rabbia al razzismo. Questa è l’America di Donald Trump. Un presidente sovranista che nel tentativo di riportare l’America alla sua grandezza (al motto di Make America Great Again) è stato travolto dagli eventi: prima l’emergenza Coronavirus e poi le manifestazioni antirazziste. Un presidente che, a causa della rivolta giunta fino alla Casa Bianca, è stato costretto ad evacuare insieme a tutta la famiglia nella notte del 1° giugno. Trump che, vivido di rabbia, minaccia di schierare l’esercito contro i manifestanti.

In tutto il Paese, da Washington a Chicago si alternano scontri con le forze dell’ordine e cortei pacifisti. Al grido di “No justice, no peace”, la guerriglia continua e gli arresti salgono a 4000. Ma tra scene di criminalità, saccheggi ai grandi magazzini e atti di violenza da entrambe le parti, non mancano le manifestazioni pacifiche: è il caso dei cittadini sdraiati sul prato davanti alla sede del governo del Colorado, dove chini con le mani dietro la schiena urlano: “I can’t breathe”, mimando l’arresto di Floyd.

In America è in atto una vera e propria lotta ideologica, forse la più forte dalla morte di Martin Luther King (1968) che, al di là dei singoli atti di violenza, si oppone con tutte le proprie forze al razzismo. Un razzismo silente ma da sempre onnipresente negli Stati Uniti d’America. Una battaglia combattuta su tanti fronti: dalle strade delle città americane, a quelle delle città europee e italiane, dalla solidarietà delle forze dell’ordine che si inginocchiano di fronte ai manifestanti, al mondo del web. Ed è proprio dalla rete che, nella giornata del 2 giorno, è stata lanciata l’iniziativa #BlackoutTuesday: i social si oscurano in omaggio di Floyd e in memoria di tutte le vittime del razzismo, per ricordare che #blacklivesmatter (le vite dei neri contano).

 

Questa è la nuova America, un’America dai mille volti. Un’America che nel 2020 ha contato 107mila morti di Coronavirus e 40milioni di disoccupati. Un’America che in piena pandemia, nonostante i disordini su questa terra, riparte comunque per lo spazio con la Space-X.

@Grazia Enerina Pisano