News

5 Aprile 2020

Niente più viaggi all’estero dopo la pandemia?

C’è chi prospetta un ritorno al turismo cegli anni 50 in Italia. E cioè un turismo fatto di gite in casa propria, escursioni nelle valli e in montagna.

Un anno fa, proprio nel periodo di Pasqua, si celebrava in Italia il record di turisti nelle varie città. Tutto esaurito negli alberghi, ristoranti che traboccavano di prenotazioni, e lunghe file nei musei. Ancor di più a Torino dove si sono contanti: 25 mila visitatori al Museo Egizio, 12 mila al Museo del Cinema, 37 mila alla Reggia di Venaria.

Oggi la situazione è totalmente cambiata. Il primo trimestre dell’anno non è stato particolarmente ricco per gli albergatori questo perché aggravato dalla chiusura delle città e dell’intero paese, dovuto alla pandemia. Ora i soldi della tassa di soggiorno del primo trimestre rimarranno nelle casse degli albergatori fino all’autunno. Gli hotel torinesi quindi potranno trattenere la tassa di soggiorno come sostegno alla liquidità in una stagione di incassi zero. La tassa di soggiorno vale circa 7-8 milioni di euro l’anno. Denari che gli albergatori versano al Comune ogni tre mesi.  Queste sono risorse utili per aiutare a traghettare le imprese verso la riapertura.

Ma per ripartire servono misure choc. Gli operatori immaginano una ripartenza del turismo a ritmo dell’Italia degli anni Cinquanta. E cioè un turismo di prossimità, fatto di gite fuori porta, escursioni nelle valli e in montagna. Con i cittadini di ciascuna città italiana che saranno turisti in casa propria. Pure i tour operator si adeguano. Il primo player del settore in Italia, che è la società torinese Alpitour, si sta attrezzando per una stagione all’insegna del made in Italy, alla riscoperta del Paese.

@Laura Pace