Sui social sta circolando un invito per far riconoscere le persone autistiche che escono. L’invito è quello di segnalare la condizione di autismo, soprattutto dei propri figli, indossando un indumento blu o un nastro sempre blu, in modo che le persone capiscano che sono usciti di casa per calmarli da crisi di ansia; così da impedire le segnalazioni di queste uscite necessarie.
Ma le principali associazioni riguardanti gli autismi si sono opposte a questa iniziativa considerata discriminatoria e ulteriormente ghettizzante come iniziativa. Ecco il post pubblicato sulla pagina Facebook dell'associazione, dove si invita a fare educazione e informazione anziché rimediare con gravi forme di identificazione.
Tantissimi i commenti sotto questo post da parte di chi si occupa di queste persone o di chi vive sulla propria pelle questa condizione."Che cosa orribile… Non abbiamo bisogno di chi ci riconosce da un nastro per non insultarci, ci basta l'educazione, rispetto e umanità delle persone e per le autorità abbiamo i certificati". E poi: "Come sempre si ‘castigano' le persone sbagliate. Marchio mio figlio perché qualche imbecille sente il bisogno di sfogare la sua aggressività in presenza di un bambino! Io dico NO!". E ancora: "Ho visto un post simile e mi sono chiesta ‘ma qui siamo alla follia!!!'. Uno per uscire si deve mettere un marchio… no. Questo mondo non vuole l’inclusione ma l’esclusione!". E infine: " Condivido al 100%. Non lo farei mai con mia figlia… nessun simbolo, la gente dovrebbe imparare a farsi gli affari propri…"
Ad esprimersi, poi, ci sono le "Sorelle di Cuore", associazione romana che ha ricordato il grave episodio accaduto a Lucca dove una mamma, scesa in strada col bimbo autistico, è stata insultata utilizzando anche una sirena da stadio che ha scatenato, inevitabilmente, una violenta crisi di panico nel ragazzino. Questo non è uno di quei modi per esternare chissà quale vicinanza verso questa categoria. Questa è una vicinanza apparente che non si concretizza mai come vicinanza autentica per garantire inclusione nella società. La società dovrebbe prendere coscienza della necessità di riconoscere le proprie fragilità e accettare di ricordarsi dell'esistenza della varietà dell'essere umano.
@Laura Pace