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1 Aprile 2020

Nastri blu per bambini autistici

Nastro blu o abbigliamento blu per riconoscere i bambini autistici che escono di casa per calmare le crisi d’ansia. Ma le associazioni non ci stanno.

Sui social sta circolando un invito per far riconoscere le persone autistiche che escono. L’invito è quello di segnalare la condizione di autismo, soprattutto dei propri figli, indossando un indumento blu o un nastro sempre blu, in modo che le persone capiscano che sono usciti di casa per calmarli da crisi di ansia; così da impedire le segnalazioni di queste uscite necessarie.
Ma le principali associazioni riguardanti gli autismi si sono  opposte a questa iniziativa considerata discriminatoria e ulteriormente ghettizzante come iniziativa. Ecco il post pubblicato sulla pagina Facebook dell'associazione, dove si invita a fare educazione e informazione anziché rimediare con gravi forme di identificazione. 

Tantissimi i commenti sotto questo post da parte di chi si occupa di queste persone o di chi vive sulla propria pelle questa condizione."Che cosa orribile… Non abbiamo bisogno di chi ci riconosce da un nastro per non insultarci, ci basta l'educazione, rispetto e umanità delle persone e per le autorità abbiamo i certificati". E poi: "Come sempre si ‘castigano' le persone sbagliate. Marchio mio figlio perché qualche imbecille sente il bisogno di sfogare la sua aggressività in presenza di un bambino! Io dico NO!". E ancora: "Ho visto un post simile e mi sono chiesta ‘ma qui siamo alla follia!!!'. Uno per uscire si deve mettere un marchio… no. Questo mondo non vuole l’inclusione ma l’esclusione!". E infine: " Condivido al 100%. Non lo farei mai con mia figlia… nessun simbolo, la gente dovrebbe imparare a farsi gli affari propri…" 
Ad esprimersi, poi, ci sono le "Sorelle di Cuore", associazione romana che ha ricordato il grave episodio accaduto a Lucca dove una mamma, scesa in strada col bimbo autistico, è stata insultata utilizzando anche una sirena da stadio che ha scatenato, inevitabilmente, una violenta crisi di panico nel ragazzino. Questo non è uno di quei modi per esternare chissà quale vicinanza verso questa categoria. Questa è una vicinanza apparente che non si concretizza mai come vicinanza autentica per garantire inclusione nella società. La società dovrebbe prendere coscienza della necessità di riconoscere le proprie fragilità e accettare di ricordarsi dell'esistenza della varietà dell'essere umano.

@Laura Pace