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1 Aprile 2020

Buon Pesce d’Aprile!

Oggi è il 1 d’aprile, e ciò vuol dire che ogni scherzo vale! Scopriamo quali sono le tradizioni dietro questa “festa” e perché si fanno scherzi.

L’usanza di questa giornata chiamata Pesce d’Aprile o anche April Fool’s Day o Pescado de Abril è una sorta di festa presente in tantissime parti del mondo proprio il 1 di aprile. Una festa conosciuta davvero in ogni angolo del pianeta: dalla Germania al Portogallo, dalla Francia alla Gran Bretagna, fino agli Stati Uniti, all’India e al Giappone. E in ognuno di questi paesi esistono usanze differenti. La regola però è fare sempre degli scherzi ben architettati. 

Ma perché si dice “pesce d’aprile”?

La denominazione di questa festa è ancora poco chiara e farebbe pensare al modo in cui i pesci abboccano all’amo, uguale al modo in cui la “vittima” abbocca ad uno scherzo in questa giornata. Ma questa giornata nasce da  leggende e storielle. Una delle più conosciute è quella che collega il Pesce d’Aprile all’equinozio di primavera, che cade tra il 20 e il 21 marzo e che nell’antichità corrispondeva all’inizio dei festeggiamenti del Capodanno, prima che il calendario Gregoriano cambiasse la data. I festeggiamenti di questa sorta di Capodanno duravano fino al primo di aprile, data in cui, per esempio in Francia, ci si scambiavano pacchi regalo vuoti. Tradizione che si diffuse nei paesi vicini. Qui in Italia l’usanza di farsi degli scherzi il 1° aprile risale all’ottocento, tra 1860 e il 1880 a Genova, dove la tradizione francese si radicò prima tra i ceti medio-alti per poi diffondersi nel resto della popolazione.

Ma c’è chi sostiene che la nascita del Pesce d’Aprile sia da collocarsi verso l’Antica Roma, subito dopo le Idi di Marzo, quando i contadini organizzavano feste in onore della Dea Cibele, protettrice degli animali e dei luoghi selvatici, che si protraevano per diversi giorni con balli e canti sacri. Alcuni storici identificano somiglianze tra queste festività e il nostro Pesce d’Aprile, perché già a quel tempo c’era l’abitudine di ingannare i propri amici con degli scherzi.

Altri ancora fanno risalire le origini di questa festa all’Antico Egitto. L’imperatore Antonio avrebbe chiesto a un servo di attaccare al suo amo un pesce enorme per vincere una gara di pesca e fare bella figura con la sua Cleopatra. Ma la donna, fiutato l’inganno, lo avrebbe sostituito con un pesciolino finto.

Il succo di tutte queste tradizioni, riassume il senso di fare scherzi e burlarsi di qualcuno. Il paragone del nome è quindi molto semplice. Come i pesci abboccano facilmente all’amo, così le vittime delle burle “abboccano” perfettamente alla presa in giro. Concediamoci quindi una sana risata anche se in casa! 
 

@Laura Pace