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27 Marzo 2020

Nord e Sud Europa divise su coronabond e aiuti

Europa divisa tra Nord e Sud, tra chi vuole condividere risorse e rischi e chi invece preferisce gestire le crisi da solo. No per Italia e Spagna.

Una crisi non solo sanitaria ma economica, quella che sta vivendo il mondo, un mondo che  sembra fermarsi. E questa crisi senza precedenti causata dal virus, ricorda tanto quella del secondo dopoguerra, o peggio ribadisce qualcuno.

L’UE, l’incarnazione dell’ Europa Unita e solidale, sembra essere una idea lontana ed infondata al giorno d’oggi. Inutili gli aiuti che si speravano arrivassero. Il vertice tra i 27 leader durato più di sei ore ieri  per mettere a punto la nuova strategia anti-crisi economica si è chiuso con nulla di fatto. 

Questo perché c'è un'Europa divisa tra Nord e Sud, tra chi vuole condividere risorse e rischi e chi invece preferisce gestire le crisi da solo. I nodi stanno venendo al pettine in questa crisi e dimostrano ancora una volta che il Nord non si fida del modo di gestire i conti pubblici del Sud; e come nella crisi del 2008 non è pronto a mettere in comune le risorse e a garantire con i propri debiti i paesi meno virtuosi.

Il Consiglio europeo alla fine è riuscito a trovare un'intesa sul testo ma si tratta di un'intesa minima. Un documento generico che manca di concretezza quello che si é scritto ieri. Il confronto dunque proseguirà nei prossimi giorni: non esclude nulla ma riparte dalla spaccatura tra chi come Italia, Spagna e Francia chiede misure straordinarie e niente condizioni per l'uso del Fondo Salva-Stati, e i paesi del nord guidati dalla Germania che non vogliono neanche sentire parlare di Eurobond o Coronabond. Il problema è come gli Stati membri finanzieranno l'ingente debito pubblico generato dal denaro che stanno spendendo in deficit per affrontare le conseguenze socioeconomiche, oltre che sanitarie.

Il premier Conte ha spiegato che servono strumenti finanziari innovativi e non quelli del passato, "altrimenti - ha detto il premier - ve li potete tenere perché l'Italia non ne ha bisogno." Mentre Angela Merkel, ribadisce la sua posizione con l'eurobond che: “Ho spiegato che noi preferiamo il Mes come strumento, che è stato fatto per le crisi", ha replicato la cancelliera

Ora restano 2 settimane per capire quali passi farà l'Europa, e questo sarà deciso dagli “sviluppi” che il contagio avrà sui paesi europei. 
Ci sono volute sei ore di discussioni accese per arrivare ad una soluzione di compromesso. Il documento, approvato da tutti i 27, non menziona il Mes e prevede che la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, presentino entro due settimane proposte di lungo periodo.

 

@Laura Pace