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17 Marzo 2020

Sardegna: Edilizia pronta a sospendere i cantieri

Le costruzioni sarde pronte a sospendere i cantieri: impossibile lavorare in sicurezza.

Le costruzioni sarde pronte a sospendere i ncantieri: impossibile lavorare in sicurezza. L’appello di Giacomo  Meloni (Presidente Confartigianato Edilizia): “Dobbiamo essere responsabili ma non lasciateci soli”. Le richieste alla Politica per
il sostegno alle attività colpite. Il comparto sardo: 22.378 imprese  attive di cui 13.011 artigiane.

“Senza la possibilità di lavorare in sicurezza, siamo pronti a  sospendere i cantieri”.

E’ chiaro e netto il messaggio che Giacomo Meloni, Presidente di  Confartigianato Edilizia Sardegna, lancia alle imprese edili artigiane  dell’Isola e alla Politica, nel rispetto delle norme di sicurezza per imprenditori e dipendenti, imposte dal Decreto dell’11 marzo 2020 e dal Protocollo del 14 marzo, per la prosecuzione delle attività
produttive.

“Alle aziende del settore ripeto: valutiamo l’opportunità di  interrompere l’attività lavorativa - continua Meloni – dobbiamo essere responsabili e disponibili a dare un attivo contributo al contrasto  dell'epidemia. Se ciò comporta mettere in atto la drastica misura della sospensione di ogni attività nei cantieri, dobbiamo essere
pronti a farlo. Fatte salve le situazioni di urgenza ed emergenza, le  imprese edili devono considerare la temporanea sospensione della propria attività”.

Un settore, quello dell’edilizia in Sardegna, che stava lentamente  uscendo dalla crisi del 2008 che cancellò, quasi di colpo, un terzo delle realtà imprenditoriali.

Gli ultimi dati del settore, infatti, parlano di 22.378 imprese  attive, di cui il 58,1% artigiane (13.011 realtà), che impiegano oltre  40mila addetti. Tra il 2008 e il 2017, il comparto ha perso il 34,4% della sua forza, con oltre 22mila imprese che hanno cessato  definitivamente l’attività, lasciando per strada più di 45mila  addetti. Il comparto ha anche subito un crollo verticale anche del  valore aggiunto: tra il 2007 e il 2016 è calato del 27,7%,  corrispondente a un mancato giro d’affari di 652 milioni di euro. 
Infatti, se nel 2007 era di 2 miliardi e 351milioni nel 2015 è passato a 1 miliardo e 657 milioni. Nel 2017 l’incidenza sul valore aggiunto delle Costruzioni sull’economia regionale della Sardegna è stata del 5,6%.
Sono tante le problematicità riscontrate da Confartigianato Edilizia Sardegna tra le imprese e nei cantieri; l’impossibilità di reperire idonei dispositivi di protezione individuale necessari per eseguire le lavorazioni che richiedono una distanza inferiore a 1 metro; il  problema di garantire tale distanza all’interno dei mezzi di trasporto collettivo dei lavoratori; la complicata gestione e sanificazione di  servizi vari (bagni, spogliatoi, mense, ecc.). A ciò si aggiungono gli  impedimenti derivanti dal mancato approvvigionamento dei materiali da  costruzione diretti ai cantieri per via della chiusura dei magazzini di vendita, oltre ai posti di blocco.

“Quotidianamente riceviamo segnalazioni di colleghi che non riescono  più a portare avanti i lavori - prosegue Meloni – per l’impossibilità  di assicurare in tutti i cantieri edili le indispensabili misure di  sicurezza e di tutela della salute dei lavoratori”. “Infatti - spiega  il Presidente - l’organizzazione del cantiere spesso non consente di
conciliare la prosecuzione dell’attività con le disposizioni stabilite  dai DPCM e dal Protocollo del 14 marzo, come deve avvenire, per  esempio, per la sanificazione periodica degli ambienti o la messa a  disposizione di gel igienizzanti”.

Da questa situazione, le richieste di Confartigianato Edilizia al  Governo per l’adozione di una serie di misure a sostegno delle realtà  interessate, tra cui l’ampliamento dei limiti e delle possibilità di  utilizzo degli ammortizzatori sociali ai lavoratori del settore su  tutto il territorio nazionale per l’anno in corso; la sospensione di  tutti gli adempimenti e dei versamenti tributari, previdenziali,
assistenziali e di qualsiasi altra natura in scadenza; la sospensione  di tutti i termini contrattuali; la garanzia di fornire la necessaria  liquidità alle imprese con una moratoria effettiva e automatica di  tutti i debiti e l’attivazione di pagamenti immediati per i cantieri  che saranno costretti a interrompere l’attività  Poi l’appello finale alla Politica e alle Amministrazioni: “Da soli non ce la facciamo – conclude Meloni – per il futuro delle imprese e  del sistema economico isolano e italiano, un’azione così pesante e così incisiva, non può essere affrontata in solitudine”.