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17 Marzo 2020

Gli eroi combattono in corsia

Gli eroi che combattono contro il Covid-19 sono in corsia giorno e notte omaggiateli restando a casa

In questo tempo difficile dove la luce in fondo al tunnel è ancora lontana ci sono loro i nostri angeli in camice bianco o blu o verde, con mascherine, tute, turni massacranti, bardati e sofferenti che restano in corsia, che si ammalano, che combattono fino all'ultima goccia di sudore e speranza per salvare ognuno di noi.

Negli ospedali di tutta Italia si combatte contro il Covid-19 e si combatte per restare in piedi e non cedere alla stanchezza al malessere che ognuno di questi eroi combattenti individualmente e con i colleghi affrontano ogni giorno.

Sono i VERI EROI di questo dramma, molti medici non tornano a casa dalle famiglie ma dormono in hotel o in ospedale per non rischiare la vita dei propri cari.

Tantissimi gli ospedali che sono stati chiusi soprattutto al sud e nelle isole (a Cagliari ne abbiamo tanti di esempi) ora è il momento di unire le forze, di riconoscere il lavoro di questi super eroi.

Ci sono tanti post sui social che invitano a restare a casa che ci raccontano da chi combatte in prima linea la lotta contro il Coronavirus -  tanti post sui social come quello di Martina Benedetti infermiera all'   ASL 12 Ospedale Versilia che scrive: 

"Caldo, afa .... sensazione di respiro corto, goccioline di sudore che cadono dal viso, un viso che senti sciogliere sotto la maschera FP3, gli occhiali di plastica, la visiera , la cuffia ; avvolto da un camice impermeabile magari di due taglie in più perché la tua non c'è, sotto questi strati un corpo che deve muoversi, deve essere veloce e scattante, deve compiere manovre in urgenza... "Il paziente va intubato"... "sta desaturando".... "é ipoteso"... corri, continui a sudare... prepari il farmaco con due paia di guanti che ti limitano i movimenti abitudinari delle mani ... sudi ancora e ancora dopo ore passate così non hai respiro ma non puoi bere, non puoi riposare, non puoi fare pipi' vestito in quel modo .... In tutto ciò l'ansia di poterti contaminare facendo i gesti che per abitudine facevi prima, questa ansia fa da sottofondo ad ogni manovra, ogni pensiero, ogni azione che devi compiere, devi ripeterti costantemente di non poterti più toccare la testa se l'elastico per i capelli ti fa male , se ti prude il naso sopporti , se hai quel rebreathing insopportabile nella tua mascherina ci continui a respirare dentro ancora e ancora e finisci il tuo lavoro...
"va broncoaspirato" ti avvicini, esegui le manovre per liberare le vie aeree dalle secrezioni, sei molto vicina e l'ansia di quelle goccioline malefiche aumenta quando fai procedure così invasive ma alla fine il paziente respira meglio, ed anche tu inzi a respirare meglio...
Il sollievo è vedere saturazioni che salgono, pressioni che si stabilizzano, diuresi che riprendono ( le nostre missioni giornaliere)... la fatica di tenere in condizioni stabili chi stabile non è... pazienti che sembrano usciti con lo stampino: insufficienze respiratorie gravi... e tu vai avanti e vai avanti, goccia dopo goccia di sudore, affanno, preoccupazione e qualche battuta con i colleghi per cacciare via la paura ... paura che aleggia costantemente ma che non ferma alcuni di noi dal presentarsi a lavoro per far fronte a questa emergenza Covid19....
Lavorare in una situazione del genere e trovare ancora in rete video e messaggi (di personaggi più o meno noti ma anche di persone con cui ho semplicemente un amicizia su FB ) che sottovalutano il fenomeno, sentire di mercati aperti, di nuovi assalti ai supermercati mi fa porre la domanda "ma per CHI sto rischiando ogni turno che passa, ogni ora della mia vita il contagio?"
Per chi sottovaluta ancora la cosa, per chi dice "sono giovane e non mi ammalero'" vi dico che non è così, lo tocco con mano ogni giorno e vorrei quasi facessero un bel GF nelle nostre rianimazioni.
Alla domanda "perché sto andando a lavorare?" rispondo che moralmente lo faccio per tutte le persone che sono diventate "effetti collaterali" dell'irresponsabilita altrui e obbligatoriamente perché il nostro sistema sanitario in questo momento non può fare a meno di NOI (se potessi sarei su un isola tropicale fidatevi) .
Caldo, afa, sudore.... e' il momento di svertirsi... e devi essere ancora più meticoloso di quando ti vesti perché adesso sei "sporco" e non devi toccare le parti pulite del tuo corpo.... il collega ti guarda.... all'inizio lo fate in due perché questa pratica non era nella vostra ordinaria routine prima della crisi .... via il camice impermeabile con il primo paio di guanti.... appalottoli il tutto per non toccare il davanti.... non devi e non puoi sporcarti... togli il resto (che ormai è appiccicato al tuo corpo) con altrettanta parsimonia e cura.
Segui la procedura con la costante ansia di toccare magari quel filo di capelli che è uscito per sbaglio dalla cuffia o gli occhi che bruciano e lacrimano per il caldo ... vai avanti e ti svesti, la senzazione di libertà provata è difficile da descrivere... ti lavi quelle mani, ormai lise, dalle tante volte che le hai già passate con i prodotti a base alcolica ....
Ora sei pulito ma ti senti così stanco e appiccicoso che vorresti entrare subito in doccia.... un bel sogno... ma sai che non puoi perché magari hai altre 6 ore di turno davanti e tra mezz'ora dovrai rivestirti e ricominciare da capo quell'agonia.... ne approfitti per bere(non troppo per non rischiare di dover andare in bagno quando poi sarai vestita) , mangiare uno snack e fare la pipi' che ti tenevi da un ora ... Ti "svaghi mentalmente" nel poco tempo che hai per stare fuori poiché sai che la persona che in piena crisi se ne è andata al carnevale a lanciare i coriandoli é nello stanzone che ti aspetta così come il povero malato cronico che ha sempre rispettato le regole ! Ma noi non facciamo queste distinzioni dentro le mura di un ospedale.... il fine ultimo è sempre la CURA nei limiti del possibile!
.... Allora fai un bel respiro... cerchi la forza che hai dentro, ti guardi allo specchio e ti ricambia lo sguardo un un viso che non sembra nemmeno il tuo tanto è stanco e segnato... con quel viso dovrai tornare a casa a fine turno dalla tua famiglia , esausto, con il fardello sulle spalle della RESPONSABILITA', il pensiero di essere a contatto diretto (anche se con i DPI) con il Virus ti ha portato ormai da settimane ad evitare contatti con familiari fragili , amici, conoscenti, bimbi piccoli ... con la sensazione perpetua di perdere "pezzi di vita" di chi ti sta intorno, restare in un limbo che ti impone il tuo ruolo in questa crisi con la consapevolezza che il giorno seguente la sveglia suonerà, interrompendo i tuoi sogni agitati per dirti che è il momento di tornare nuovamente sul campo.

Ps:Da piccola volevo fare la scrittrice di libri per bambini (forse è meglio che approfitti di questa crisi per cambiare lavoro  spero attraverso questo post di avervi trasmesso anche un minimo delle sensazioni che proviamo ogni giorno ...
- Ringrazio chi in questi giorni difficili anche con un semplice messaggio mi sia stato vicino" 

Ci sono tantissime Martina e Martino nelle corsie  degli ospedali #iorestoacasa è il modo migliore per ringraziarli